Aspettando Barcellona: la mia crema catalana
Oggi avevo proprio voglia di fare qualcosa di creativo.
Sembrerà strano, ma quando sono stressata, annoiata, sola (come oggi), mi piace riattivare i cinque sensi sperimentando un po’in cucina. Strano il fatto che poi le mie creazioni non mi diano tanta soddisfazione nell’assaggiarle quanta nel prepararle…anche perché a volte capitano incidenti di percorso per cui non sono proprio mangiabili! Tipo, l’altra sera oltre al sushi (fiera di me!) ho tentato di fare un dolce giapponese che poteva sembrare fatto col Vinavil ed è finito nel bidone…ma di solito l’esperimento culinario riesce e nemmeno tanto male!
Non ho requie, comunque…da quando sono rimasta estasiata dai libri di Carlos Ruiz Zafòn sono terribilmente incuriosita da Barcellona, la sua aria e le sue strade; non tanto dalla movida notturna, o almeno non quelle delle discoteche, anche se è un abominio andare lì e non entrarci, ma voglio vedere la rambla zeppa di gente, rimanere a bocca aperta davanti alla Sagrada Familia e cercare le tracce di Gaudì.
Voglio esplorare, farmi assorbire dai luoghi, respirarli, farli mie e non scollarmeli più di dosso…che sia l’Irlanda, il Marocco, o più lontano ancora, che ne so, il Giappone, il Canada…lontano, dove poter vedere un mondo diverso, magari assurdo, ma completamente estraneo a tutto ciò che sono abituata a vedere.Per ora Barcellona mi sembra una meta più alla mia portata…tutto questo discorsone per dire che mentre spulcio il sito della Ryan Air in cerca di un volo low cost (più low, è, meglio è), oggi, fra uno schema sulle arterie e un altro, ho fatto la Crema Catalana, un dolce tipico di Barcellona, simile alla créme brulée francese.
Mi è venuta molto più buona della prima volta, soprattutto non ho dovuto usare il lanciafiamme (presente la bombola del gas? :/) perché avevo la fiamma per caramellare, proprio quella da pasticcere, gentilmente regalatami dalla premiata ditta Scimmie& Co…funziona da dieci! In alternativa, si può usare il “ferro per cremar”, un disco di ferro con un lungo manico che si fa arroventare sul fornello e poi si appoggia sullo zucchero spolverato sulla crema, l’hanno portato i miei proprio da Barcellona. Fa un sacco di fumo e un bel rumore sfrigolante, ma il risultato è ottimo!
La ricetta l’ho pescata in rete, ma la riporto qui con una foto dell’Orso. Anche se la crema non fosse stata buona mi ha riempito la cucina di un profumino favoloso!!
Crema Catalana