Autunno in Toscana

Domenica scorsa sono stata con l’Orso a fare un giretto qui in Toscana per visitare qualche paesino medioevale e goderci i colori dell’autunno: i vigneti dorati con un po’ di rosso qua e là sono un capolavoro!

C’è un luogo per ogni stagione, e queste zone per me si completano con l’autunno, con i cespugli di rosa canina e le castagne: c’è qualcosa nell’aria, una luce particolare, e mi accorgo che nella mia ritualità c’è sempre una visita alle colline vicino Firenze o Siena in questo periodo dell’anno.

SONY DSCAbbiamo visitato per la prima volta il borgo di Monteriggioni, dove siamo passati spesso per fermarc i a pranzo qui, in un dei nostri posti preferiti, senza però mai salire al castello. Poi una passeggiata ed un gelato a San Gimignano: penso che se fossi una turista straniera non chiederei di meglio che passare qualche ora ad oziare con un calice di rosso seduta ad uno dei tavolini nella piazza in una giornata di sole.

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Questi sono giorni in cui ci prepariamo al raccoglimento, al letargo invernale, ma come avevo già scritto li percepisco come una nuova primavera, perché questa Natura incredibile mi riserva splendide visioni a due passi da casa. I colori del bosco nelle giornate di bel tempo sono qualcosa che riesce a colpirmi come mai prima d’ora, come se avessi finalmente aperto gli occhi, e mi godo beata quel verde che comincia a sfumarsi di giallo e poi di rosso. Ieri ho trovato il mio primo fungo porcino, un dono del bosco sufficiente per improvvisare una cena con una nostra amica e vicina di casa con quello che c’era nel frigo, e scoprire di nuovo che basta un pizzico dell’ingrediente segreto insostituibile, l’amore per chi assaggerà, per inventare in una mezz’ora zucca al forno, pere al porto e tagliatelle ai funghi, ovviamente. Una piccola festa, perché abbiamo sempre qualcosa per cui essere grati.

fungo

Ora più che mai l’inizio di novembre rappresenta per me l’inizio di un nuovo anno che mi si prospetta ricco di novità a trecentosessanta gradi. Halloween, Samhain, e chissà come si chiamava nella nostra lingua : è una festività antica dal significato profondo, un capodanno in cui guardarsi dentro a raccogliere nuove intenzioni, osservare il raccolto di esperienze ed emozioni dell’anno passato. Un po’ di qua e un po’ di là, un piede nel passato e uno nel futuro, alle spalle il sole dell’estate e davanti l’oscurità dell’inverno. è un momento di passaggio che fin dall’antichità è stato percepito come sacro, il momento in cui il primo calore del camino ci investe come l’affetto di chi abbiamo lasciato dietro di noi: la mia celebrazione del ricordo sarà rinnovare una promessa fatta ad un vecchio nonno spesso perso nel suo passato, che a volte mi chiamava Lucia, non sempre lucido ma con idee ben chiare su cosa immaginava per il futuro di suo nipote e me insieme.

Ma veniamo alla ricetta!

Il souvenir della mia domenica fra le colline toscane è stato un pane senese, tipico proprio di questo periodo, il Pan de’santi (o pan coi santi, o pan dei morti): non molto di più di un semplice pane, ma ricco di noci e uva passa, frutti di questa stagione, e spezie, non le classiche cannella e zenzero, troppo ricercate per la Toscana medioevale, ma solo un po’ di anice e molto pepe nero. è un dolce antico che si prepara ancora oggi, a fine ottobre, per le festività dei morti.

Visto che non sono di Siena e non posso contare su una ricetta di famiglia mi sono affidata al web per capire le giuste proporzioni, ho fatto un mix e adattato la ricetta alla mia pasta madre.

Eccola qui.

Pan de’santi

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Per due pani

  • farina tipo 2, 500 g
  • pasta madre liquida, 150 g
  • acqua tiepida, 200 ml
  • olio, 75 g
  • burro, 50 g
  • zucchero di canna chiaro, 80 g
  • miele di acacia, un cucchiaino (per dare forza all’impasto)
  • sale, 10 g
  • uvetta, 250 g
  • noci, 300 g
  • un bicchierino di vinsanto
  • pepe nero macinato fresco, un cucchiaino
  • anice, due pizzichi
  • un uovo sbattuto con il latte per lucidare
  1. Sciogliere la pasta madre nell’acqua con il miele e l’olio. Aggiungere la farina, lo zucchero e il sale e impastare con un cucchiaio. Ammorbidire il burro ed aggiungerlo all’impasto.
  2. Impastare nella ciotola e poi su un piano infarinato finché l’impasto non diventa liscio e omogeneo.
  3. Far lievitare in un recipiente per circa otto ore, finché non raddoppia di volume, coperto e al caldo.
  4. Nel frattempo preparare “i santi” (o “i morti”) del pane: ridurre le noci a pezzetti sbriciolandole con le mani e tostarle in padella per qualche minuto. Ammollare l’uvetta in acqua tiepida e vinsanto e strizzarla un po’ al momento di usarla.
  5. Una volta raddopiato di volume sgonfiare l’impasto,metterci sopra le noci, l’uvetta e il pepe nero e impastare di nuovo tutto quanto perché si distribuiscano in modo uniforme. Rimettere a lievitare qualche ora, fino al nuovo raddoppio.
  6. Formare due pagnotte, fare quatto tagli in superficie per formare un reticolo e sistemare i due pani in una teglia con sopra un foglio di casta forno bagnata e spennellata di olio.
  7. Spennellare le pagnotte di uovo sbattuto e latte per lucidarle e cuocerle in forno a 180° finché non saranno belle dorate, per un’ora o anche più.

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