Aver cura

Questi giorni di attesa  del grande evento sono incentrati su una sola cosa: me.

Potrebbe sembrare che me ne stia semplicemente con il naso per aria, ma sto finalmente cambiando la mia mente…semplicemente, adesso c’è spazio anche per altro. Mi prendo cura di me stessa come non facevo da mesi. Posso permettermi un pomeriggio con la Penny a chiacchierare nello stesso giardino in cui abbiamo preparato tanti esami, una mattinata a fare finalmente cose “da signorine” con la mia personale fashion guru E. che mi fa tornare a casa carica di sacchetti, decisa almeno una volta a vedermi vestita da donna. A parte la presentazione, le stampe da fare, e il fatto che ormai mi sogno che mi laureo (occavolo, l’ho scritto) tutte le notti. A parte il ritrovato tempo per fare quelle cose rilassanti che mi piacciono tanto e mi fanno star bene.

Ho deciso che è il momento di andare anche un po’ in velocità. Questo è il momento giusto per cambiare un po’ di cose.

Numero uno: sbarazzarsi di quelle paturnie riguardo il mio corpo che mi fanno sudare ogni volta che devo comprarmi un paio di pantaloni, che mi hanno impedito di prendere il sole in costume tranquillamente, quest’estate, come se dal cielo oscurato dalle nubi emergesse un enorme dito inquisitore e una voce tuonasse :”TU!!! Vedo la tua cellulite!!”

Per lungo tempo mi sono rifugiata nell’ostinazione del “ogni donna è bellissima, il mio corpo è unico e sono bella così”: della prima parte della frase sono assolutamente convinta, ma per il resto con me non ha mai funzionato molto. Tutto lo studio di quest’anno me lo sento, letteralmente, addosso, a partire dalla ciambella attorno ai fianchi. Non sono mai stata una fanciulla leggiarda e sottile, ma così è troppo. Non ho mosso il culo, quasi mai, da ottobre scorso, quindi  ho deciso di cominciare dall’alimentazione e mi sono affidata all’ennesima Signora delle Diete. Anche questo è prendersi cura di me stessa. Voglio, fortissimamente, muovermi, fare un po’ di sport, e anche se  per convincermi ad iscrivermi in palestra ci metterò almeno un altro mesetto, intanto ho già cominciato a maturare l’idea di prendermi un tappetino, due pesetti e mettermi a saltellare in casa seguendo una di quelle trainer ammerigane con sessantaquattro denti e gli addominali d’acciaio. Ecco, voi non avete idea di che evento epocale sia il solo fatto che ci stia pensando, io che per ora ho visto lo sport come una tortura faticosa finalizzata a smaltire la ciccia, mai come un modo per volersi bene. Voglio cambiare prospettiva, ripensando a tutte le volte che quest’anno avrei voluto alzarmi da quella maledetta sedia ma pediatria, medicina interna, o neurologia mi ci hanno tenuta incollata. Mi devo mettere in testa che anch’io posso essere una persona dinamica e attiva.

Riguardo la dieta, vi svelo come me la sto passando (e sulla bilancia ancora non sono tornata). Sto molto bene: mangio tonnellate di verdura, e io pensavo di mangiarne già tonnellate. Ma voi lo sapete quanta roba è 100 g di insalata? 300 g di radicchio rosso? è UN CAMION. Mangio carne e pesce, ma poco, pochissimo per volta, una dimostrazione ulteriore che in generale ne consumiamo davvero troppa. Mi sento un piccolo chimico quando peso tutto con la mia bilancina, piccole quantità di tutto ma alla fine ottengo sempre un piatto pieno e colorato. Sto imparando a dosare le spezie nei piatti, per trasformare due contorni tristi un piatto indiano buonissimo.Mangio zuppe di legumi e solo cereali integrali, quindi anche la mia pasta madre ha cambiato colore; il sabato mi faccio la pizza integrale con sopra quel chiletto di rucola e qualche fetta di speck, ed è uno spettacolo. Fame non ne ho, energia molta. Voglia sì, tantissima, di una serie di cose buone che ovviamente mi sono precluse, ma non mi impedisce di proseguire. Faccio colazioni lente e sostanziose davanti alla finestra, a base di yogurt e avena, zero zucchero o oli vegetali o alimenti raffinati: considerate che nei primissimi giorni ho avuto una vera e propria astinenza da zuccheri, e mi sarei mangiata qualsiasi cosa, e mai avrei sospettato che la mia alimentazione ne fosse troppo ricca, prima.

L’altra novità è che a breve inizierò un corso di fotografia! Non vedo l’ora di gironzolare con il mio terzo occhio Sony e immortalare tutto quel che trovo di bello. Spero che noterete la differenza…

E per finire…,ma quanto è bella questa stagione? E io ho sempre odiato l’inizio dell’autunno,sempre troppo di cosa dietro allo studio per godermelo! E invece c’è una luce, un profumo nell’aria…In uno degli ultimi pomeriggi ho raccolto diversi chili di mele, faccette rosse che sorridono dall’albero, e in attesa che siano mature al punto giusto per farci il succo ho preparato una composta senza zucchero, quindi perfetta per la mia colazione!

E per l’Orso (che come immaginate quando ha sentito la parola dieta si è subito visto a stecchetto anche lui) un po’ di biscotti facili e veloci!

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Composta di mele senza zucchero

per circa 5 vasetti da 250 g

  • mele, 2 kg
  • limoni, due
  • cardamomo, due bacche
  • vaniglia, due bacche
  • cannella, una stecca
  1.  Lavare benissimo le mele e tagliarle a pezzettini lasciando il torsolo e la buccia, togliendo solo il picciolo.
  2. Metterle in una pentola antiaderente con la scorza e il succo del limone, la vaniglia, la cannella e il cardamomo. Far cuocere coperto per 40 minuti mescolando di tanto in tanto.
  3. Sterilizzare i vasetti ben puliti e asciutti in forno ventilato a 180° per una mezz’ora mentre le mele si cuociono; a forno spento ma ancora caldo aggiungere anche i tappi.
  4. Passare le mele cotte con un passaverdura per ottenere una crema, invasettare e chiudere bene.
  5. Mettere tutti i vasetti in una pentola avvolti da un asciughino così che non si urtino fra loro. Coprire i vasetti d’acqua e far bollire il tutto per 40 minuti. Far raffrddare i vasetti direttamente nella pentola così che si crei il sottovuoto.

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Biscotti Cuor di Mela

  • farina integrale, 200 g
  • zucchero di canna, 60 g
  • olio di mais, 60 ml
  • un uovo
  • un pizzico di sale
  • composta di mele
  • cannella
  1.  Unire lo zucchero all’olio, poi aggiungere la farina e mescolare. Aggiungere l’uovo e impastare per ottenere un panetto compatto di pasta frolla. Far riposare in frigo per un quarto d’ora.
  2. Stendere metà della pasta e formare dei dischetti. Mettere su ogni dischetto un cucchiaino scarso di composta e un pizzico di cannella.
  3. Stendere l’altra metà della pasta, formare altri dischetti e metterli sopra a quelli con la marmellata. Chiudere i bordi.
  4. Infornare in una teglia con carta forno a 180° per una mezz’ora.

 

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