Dicembre: si va in letargo, si va a Bologna…

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In questi gironi di gran freddo il mio Gatto Rotondo se ne sta acciambellato per ore sulla stessa poltrona, sonnecchiando senza quasi cambiare posizione, una pallina di pelo che si tiene al caldo. è in letargo. La sera si sveglia, vuole giocare e di notte protesta miagolando quasi non capisse perché tutti dormono invece di occuparsi di lui (perché la storia non è che lui è il nostro gatto, siamo noi che siamo i suoi umani).
Miagola disperato finché non arriva qualcuno a dirgli bravo perché gioca a Entrapment con i miei gomitoli…anche se ora l’attrattiva maggiore per lui sono le palline dell’albero!

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Più volte mi sono chiesta “ma perché non possiamo andare in letargo anche noi, d’inverno, se quello che il nostro corpo ci chiede è di starcene al caldo sotto le coperte? Perché non rallentiamo assecondando i suoi richiami?”.

 

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Neve sull’Appennino, fra Toscana e Emilia

La neve fa da lenzuolo al terreno che riposa in attesa della primavera, e quando cade in città fa lo stesso con le persone. Inutile protestare: la neve ci costringe, per una volta, a rallentare, a seguire i ritmi della natura anziché quelli che ci dettano lavoro, studio, treni, auto. Solo quando nevica ciò si realizza!

Dai primi fiocchi ipnotici che fanno aprire le tende e restare col naso incollato al vetro, la città si gode qualche ora del silenzio che le viene negato per tutto l’anno, come se ci fosse qualcuno che abbassa il volume delle trasmissioni col telecomando: tutto si ferma e tutto tace, nessuno che strombazza col clacson ma solo persone a piedi che invece di affrettarsi camminano un passo alla volta. Finalmente ogni cosa da fare è rimandata, non importa se è venerdì sera: si raggiuge il centro a piedi oppure si sta in casa, in letargo e al caldo, fino al disgelo o finché lo spalaneve non ha reso le strade di nuovo transitabili…e allora l’incanto si spezza.

Io amo il freddo, per quella logica strana della “voglia di aver voglia”: datemi il freddo perché possa aver voglia di scaldarmi, di cioccolata e calzettoni. Amo il tragitto fra casa mia e la biblioteca da fare a piedi le mattine in cui una cupola di nebbia gelata avvolge la città. Niente di pittoresco in una strada qualunque piena di traffico , ma quei quindici minuti di cammino veloce servono a vegliarmi completamente, quel freddo che taglia la faccia ed entra dalle narici fin dentro al cervello  porta aria nuova e freschezza alle mie idee.

Io e l’Orso siamo scappati due giorni a Bologna, la mia “città del Natale”!  Nevica? Si prende il treno, e l’Appennino innevato sembra proprio un paesaggio Bavarese! : )

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Piazza Nettuno

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Mercato dell’Antiquariato a Bologna

Là di questi giorni troviamo sempre bellissime vetrine addobbate con gusto un po’ nordico, bancarelle di artigianato coloratissime e tanti passanti imbacuccati sotto i portici.
Un freddo pungente che congela mani, piedi e naso mi ha fatto entrare in una delle mille librerie del centro dove avrei passato ore: lì mi aspettava uno dei libri dell’infanzia che mi riporterà in un luogo incantato, Il Giardino Segreto di Frances Hogdson Burnett. Una capatina nella bottega del tè dove nei vasi di metallo sono custoditi profumi di fiori e spezie, nella chiesa di Santo Stefano, un luogo che odora d’incenso e trasmette pace.

Il Nettuno ci aspetta di spalle mentre arriviamo da via Indipendenza insieme all’abete altissimo, dai portici qualcuno suona musica folk.
Sala Borsa l’abbiamo trovata chiusa come anche l’Archiginnasio…ce li appuntiamo per la prossima volta.

In questa città che conosco poco e che ho visitato solo sotto Natale trovo sempre un’atmosfera accogliente, tanto calore nonostante il gelo. Gironzolando per il centro si percepiscono forti storia e tradizioni, ma allo stesso tempo mi sembra così avanti rispetto al mio paesone, sembra viva e dinamica, ricca d’iniziative, meno a misura di turista rispetto a Firenze ma fatta per essere amata e vissuta dai suoi abitanti. Sono solo sensazioni…ci ho passato solo poche ore, ma mi piace, a pelle.

Per salire in cima alla Torre degli Asinelli ci sono 498 gradini, ma chi arriva in cima vince questa splendida vista: ancor più bella in una domenica mattina di campane e cielo sereno!

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Torre degli Asinelli, panorama

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