Finestate

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Fine di una bella giornata: vendemmia coi miei nonni, pranzo da loro, ciclamini rosa antico raccolti nel bosco, spesa ultrarapida col Salvatempo (son soddisfazioni). Ora ho in capo un impacco d’olio e miele di castagno per vedere se la chioma diventa un po’ meno di saggina e c’è il pentolone del latte sul fuoco per fare lo yogurt. Domani devo andare a verbalizzare due esami, un voto bello e uno insomma…poi nel pomeriggio faccio un dolce al cioccolato per sabato che c’è da festeggiare il ritorno in mare di Habibi, la barca del nostro amico  M. che dopo essere stata due anni ferma in Arno col motore fuori uso può tornare a veleggiare.

So che questi fatti miei di poca importanza e scritti così l’uno dietro l’altro non sono molto interessanti ma mi piace vedere quante cose son riuscita a fare in una giornata, considerando che di solito studio e basta e devo concentrare il resto in poche misere orette dopo cena. Ora gli esami sono finiti e mi preparo a partire per la Spagna “studiando” la guida della Lonely Planet. Ho scoperto che Granada è piena di teierie arabe…sento che ci passerò diverse ore a curiosare!

Intanto sono di nuovo in città e con pazienza mi sono fatta strada fra i borsoni pieni di roba da mettere in ordine nella mia stanza. Senza contare il casino che ci avevo lasciato a giugno prima di andare in campagna su cui si erano accumulati tre mesi di polvere. Casa comoda, luminosa, con la wi-fi…però manca l’odore di bosco, l’aria qui non ha sapore. Mi manca tanto il sole del mio giardino.Oggi ho visto che sono fiorite calendule ovunque: sono di un arancio pazzesco, semplici e scintillanti. Finiranno nel prossimo chilo di sapone o oleolito per il viso. E i ciclamini di cui parlavo sopra sono uno spettacolo: c’è un posto vicino a dove abita mia nonna dove in settembre ce ne sono dei veri tappeti, tanti fiorellini rosa disseminati in mezzo all’edera che avviluppa gli alberi morti buttati giù dal vento. è un posto un po’ spettrale ma in questi giorni sembra fatato. La luce filtra fra i rami come polvere magica. La nonna da piccola mi diceva che lì ci abitava un lupo e che se non facevo la brava e dormivo mi veniva a prendere per andare a fare le pulizie nella sua tana. Non credo che mi spaventasse,era un gioco. Non me lo ricordo, ma ogni volta che andiamo lì sorrido per questo. Mi dispiace non essere brava con le foto, vorrei farvi vedere che posto incantato è quello.

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La vendemmia è stata proprio bella: non avevo mai raccolto l’uva ma mi è piaciuto passare fra le viti con le forbici e tenere fra le mani i grappoli ricchi e pesanti, verdeoro o neroviola. Queste attività oggi sembrano qualcosa di antico e affascinante mentre per  i nonni sono sempre state la normalità: raccogliere le olive, seminare con la luna, fare la conserva di pomodoro, tagliare la legna per la stufa. Stavo pensando a che perdita sarebbe se non ci fosse più nessuno che conosce i sentieri buoni per andare a cercare i funghi, capace di distinguere le erbe di campo commestibili…vorrei imparare dai miei nonni, cercare di raccogliere anche qualche briciola della loro conoscenza, grande anche se hanno fatto solo la quinta elementare. Anche se la mia vita è e sarà tanto diversa, andare a cercare quelle che alla fine sono le mie radici.

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