Hair

“ J’ai coupé mes cheveuxenfin» dirais-tu. Oh ça m’a fait bizarre mais j’ai survécu.…”

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Ieri ho tagliato i capelli (o almeno, li ho fatti tagliare).

Portavo i capelli lunghi lunghi, fin sotto le spalle, più o meno ricci, più o meno scalati, prima cenere, poi rossi, da quando facevo le medie.

Mai pensato di tagliarli, “ho il viso troppo tondo, starei male”. Forse un po’ mi hanno aiutato a nascondermi, sempre.

Ho avuto un po’ paura delle forbici all’inizio, paura di non riconoscermi più: chissà perché non riuscivo proprio a pensare “tanto ricresceranno”.

Poi i miei capelli hanno iniziato a cadere a terra disponendosi in piccole semilune, mentre le forbici tagliavano via metalliche le foto dell’album, una per una. La laurea dell’Orso, io con la treccina di filo e una testa di riccioli afro. La prima volta che mi sono fatta l’henné impiastricciando la cucina. Io che a Londra bevo una Guinness sembro una vera irlandese. I miei capelli lunghi sotto cappelli colorati e strambi a New York, sotto il cappello di paglia in barca. Lo shampoo alle lenticchie per non rovinarli che non funziona, lo shampoo alla  farina di ceci che invece funziona. I miei capelli lunghi intrecciati, poi raccolti, poi sciolti, poi coccolati con argan e karité, poi insaponati, risciacquati e asciugati al sole.

Via, tutti per terra.

Eppure alla fine, guardandomi, ero sempre io, anche con venti centimetri in meno di chioma. E mi sono scoperta più grande, più ”un tipo”, come mi ha detto un’amica, col viso aperto verso il sole.

E soprattutto, molto coraggiosa. Io odio i cambiamenti, e odio questo, in me: per me un passo del genere è un passo da gigante. Ieri ad ogni sforbiciata avrei detto “taglia di più, ancora un centimetro”, quasi euforica, curiosa di vedere quanto in là potevo spingermi.

Mi vedo nuova, gli altri mi vedono nuova, e mi piaccio moltissimo.

Capelli corti, più vivi, più sbarazzini.

Chissà perché questa voglia di cambiamento proprio ora, chissà perché ho sentito il bisogno di un tale azzardo. C’è sicuramente qualcosa che mi sfugge ma che emergerà presto, forse ce l’ho sulla punta delle dita e non me ne accorgo: senz’altro tira aria di rinnovamento.

                                             

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