If you’re going to San Francisco
Sono sincera, non mi aspettavo di perdere la testa per una città, dopo tutte le bellezze naturali che abbiamo visto nella prima settimana negli States, ma San Francisco mi ha conquistata!
Ci abbiamo trascorso tre giorni soltanto, ma abbastanza per apprezzare l’atmosfera ogni volta diversa dei suoi quartieri e anche qualche località interessante nei dintorni.
Ci siamo avvicinati alla città pian piano, dedicando il primo giorno alla scoperte di Berkeley, la zona universitaria, Muir Woods e Sausalito.
Sausalito è stata una sorpresa: la guida la descriveva in poche righe come una località di mare che negli agli anni ’70 è stata luogo di fermento artistico (qui è nata Sitting on the dock of the bay, di Otis Redding), ma ormai piuttosto commerciale, quindi pensavamo di prenderci un gelato, fare due passi e poi avviarci verso Frisco. E invece ci siamo divertiti per più di un’ora a fare foto lungo i pier del porto: a Sausalito ci sono le houseboat!
Non so che razza di tipi strani abitino in queste bizzarre costruzioni sull’acqua, un po’ case e un po’ barche, ma io ci starei proprio bene. Forse ci vivono attori, musicisti, creativi…ogni casa è una piccola opera d’arte che forse racconta qualcosa del suo proprietario, unica e diversa dalle altre nei colori e nelle decorazioni.
Muir Woods è un piccolo parco nazionale a nord della baia, l’ultimo che abbiamo deciso di visitare ispirati anche da alcuna scene di Vertigo di Alfred Hitchcock, girate proprio qui…ma soprattutto, non eravamo ancora pronti a lasciare il verde e tornare alla civiltà. è una una foresta di sequoie reedwoods, enormi ed altissime, così antiche che dà i brividi pensare che uno solo dei loro anelli ha impiegato secoli a formarsi.
Il sentiero ombroso ci ha condotti fra i grove…non so come tradurre questo termine…gruppetti? Sì, i gruppetti di alberi mi hanno fatto pensare a giganti riuniti in cerchio a conversare fra loro con la testa fra le nuvole, mentre noi siamo solo formichine ai loro piedi.
I diversi cartelli che invitavano a silenzio non erano necessari perché ci si sentiva veramente in un luogo da rispettare, come in un tempio, passeggiando fra questi alberi da fiaba. Veramente un posto magico, potente.
“As long as I live, I’ll hear waterfalls and birds and winds sing. I’ll interpret the rocks, learn the language of flood, storm, and the avalanche. I’ll acquaint myself with the glaciers and wild gardens, and get as near the heart of the world as I can”.”
John Muir
E poi, ecco il Golden Gate Bridge : lo abbiamo visto nei film, ed ecco che ci passiamo sopra in macchina per entrare in città: davvero emozionante! Continuando il nostro percorso “sulle tracce di Hitchcock” siamo tornati a vederlo da un altra prospettiva, da Presidio, e ci siamo spinti fin sotto il ponte dove soffia il vento del Pacifico: è proprio qui che la protagonista di Vertigo si tuffa in acqua e viene salvata da James Stewart.
Siamo arrivati a San Francisco poco prima del tramonto, quel momento della giornata in cui arriva lei, la nebbia: è una nebbia bella e strana, sembra quasi che la città venga avvolta da una nuvola che ogni sera la nasconde per qualche ora.
Mi sono innamorata di questa città tutta sali e scendi fatta di case vittoriane eleganti e retrò, molto diversa dall’idea che mi ero fatta delle città americane, anche se no, non la definirei europea. è unica, particolare.
Siamo saliti sul cable car, abbiamo passeggiato nel japanese tea garden, per le strade di china town, abbiamo visto i leoni marini sul pier 39, mangiato la pizza a little Italy, e poi per me Frisco è stata una città d’arte, arte non convenzionale, non chiusa dentro i musei ma alla luce del sole .
Questi sono particolari della Castro rainbow honor walk, un percorso nel quartiere gay della città in cui abbiamo fatto una colazione da urlo (qui, davanti al Castro theater) e gironzolato un po': le vie principali sono decorate da targhe in onore di personaggi simbolo del movimento LGTB. Chi potevo fotografare se non lei?
Date un’occhiata alle strisce pedonali…e non ci eravamo accorti, salendo le scale della metro, che appena sopra sventola una enorme bandiera arcobaleno.
Infine Frisco è la città dei murales: alcuni li abbiamo cercati seguendo le istruzioni della guida, altri li abbiamo trovati per puro caso, a sorpresa, in parcheggi, dietro fermate dell’autobus… è questo il bello. Ad Height Hashbury ce ne sono molti a tema musicale, mentre quelli di Mission, quartiere ispanico, affrontano soprattutto temi sociali: l’immigrazione dal sud america, lo sfruttamento sul lavoro.
Questo è il Women’s Building di Mission, un edificio completamente ricoperto di murales che rappresentano la donna in tutte le sue età e nei suoi diversi ruoli: donne di tutte le culture, di tutti i colori, celebrate nella loro forza sulle pareti di un palazzo che è un centro di assistenza e supporto legale per ragazze madri, donne in difficoltà…bellissimo.
Ciascuno merita una sosta in omaggio all’artista che ha reso vivo un muro e portato l’arte per strada, lontano dai “quartieri alti”.