Il gatto e la torta

 

 

“Ciao, mi chiamo Magò. Sono bellissima, e che ve lo dico a fare? Oggi ronfo sul divano perché ieri è stata una giornata faticosa.

Questi due umani che vivono con noi fanno entrare in casa degli estranei, ogni tanto: ieri pomeriggio sono arrivate un sacco di nuove scarpe, alcune con lunghissime stringhe con cui giocare. Non capisco perché gli ospiti fanno tutte quelle strane vocine quando vedono me e Merlino, e ci guardano sorridendo. Credo che ci trovino molto carini…ovviamente.

Quel tontone di mio fratello, poi, si lascia coccolare da loro senza un briciolo di dignità, si vende per due carezze sulla pancia; io invece non amo molto essere presa in braccio ma a volte è più forte di me e comincio a fare le fusa…e come posso resistere quando tirano fuori quel bastoncino con le piumette??

Gli ospiti si sono seduti tutti sul divano, e non ero molto contenta di questo perché quello è il nostro posto preferito. Hanno parlato fra di loro, bevuto e mangiato qualcosa. Doveva essere una visita importante perché, prima, la nostra umana ha tirato fuori quello strano oggetto lungo con cui porta via briciole e polvere dal pavimento, e non lo fa tutti i giorni. Credo che fosse molto contenta perché ha riso un sacco quando io e Merlino ci siamo appostati in agguato per saltarci sopra. Poi ha messo degli orecchini diversi, tutti colorati, proprio come quelli che tiene sul comodino…chissà perché si arrabbia sempre quando mi sorprende a giocarci… è così divertente prenderli a zampate.

Prima che arrivassero tutti, c’era un gran fracasso in cucina: la nostra umana ha tirato fuori piattini e tazze e ha sistemato tutto sul tavolo. 

In cucina c’è un oggetto strano: faceva tic-tac-tic-tac…poi abbiamo sentito un lungo drrrrriiiiiin, un rumore così fastidioso che ci ha fatti scappare sotto il letto…ma nell’aria si è diffuso un buon profumino, davvero delizioso…forse quello è l’odore del cibo degli umani?” 

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Questa ricetta anglo-ammerigana viene da un librino che i miei genitori mi hanno portato da Edimburgo, che stranamente ha gli ingredienti scritti in grammi e non in unità di misura strane  (non chiedetemi di fare equivalenze, non ce la posso fare!) ma che purtroppo non utilizzo molto: avete presente che bombe sono i dolci anglo-ammerigani?!Ho fatto come al solito le mie modifiche (niente burro, sostituito con lo yogurt greco) e il risultato è stato sorprendente: un’esplosione di arancia in bocca con un aroma di papavero molto particolare.

Sta bene con un tè forte per contrastare la dolcezza, tipo un bell’earl grey o una miscela natalizia con molta cannella…ovviamente senza zucchero.

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Cake all’arancia e semi di papavero

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 Per il cake

  • yogurt greco con 0% di grassi, 100 g
  • zucchero di canna chiaro, 100 g
  • 2 uova
  • farina 00, 150 g
  • semi di papavero, 30 g
  • la scorza di un’arancia non trattata
  • lievito per dolci, due cucchiaini
  • latte, 75 ml
  • succo d’arancia, 75 ml
  • due gocce di olio essenziale d’arancio dolce

Per la glassa

  • succo d’arancia e zucchero a velo in parti uguali

 

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  1.   Oliare e infarinare uno stampo da plumcake.
  2. Sbattere insieme con le fruste elettriche lo yogurt e lo zucchero, poi aggiungere le uova.
  3. Aggiungere la scorza d’arancia grattugiata e i semi di papavero, poi aggiungere la farina e il lievito setacciati e mescolare.
  4. Aggiungere il latte e il succo d’arancia.
  5. Versare l’impasto nello stampo e cuocere in forno a 180° per circa 45 minuti.
  6. Sformare il dolce e farlo raffreddare su una griglia. Versare la glassa in superficie e decorare con la scorza d’arancia tagliata a striscioline sottili.

Il dolce risulta molto umido all’interno, quindi se alla prova dello stecchino questo non esce asciutto non avete sbagliato niente, dev’essere così.

Edit. Una precisazione sull’olio essenziale di arancio dolce (che a qualcuno sembrerà stupida, ma non si sa mai!!) : qualche volta aggiungo una o due gocce di olio essenziale alle ricette se voglio un aroma particolarmente accentuato (di agrumi, di vaniglia o di erbe aromatiche), infatti gli oli essenziali puri, quelli che si usano in cosmesi e nella medicina complementare , sono anche commestibili (ovviamente in minime quantità). La cosa fondamentale è accertarsi della provenienza e qualità degli oli essenziali che usiamo, e  che lo siano per davvero! Non fate confusione, attenzione a non utilizzare le essenze che si usano per profumare l’ambiente: se non siete sicuri, meglio utilizzare gli aromi per dolci o la sola scorza d’arancia che già dà un ottimo profumo.

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