La persona più strana del mondo

Quando mi capita di stare lontana dal blog per un po’ è sempre strano e molto difficile tornare qui a scrivere: all’improvviso, anche se sono passati anni dai miei primi ed impacciatissimi post, mi sento in imbarazzo e terribilmente stupida.

Torno a domandarmi quali bisogni tento di soddisfare nello scrivere su una pagina che chiunque può leggere, in un anonimato forse neanche troppo protetto. Mi sento una egocentrica con bisogno di attenzioni, anche un po’ sociopatica se penso a quanto posso essere timida e bloccata con qualcuno che conosco per la prima volta e quanto invece riesco ad essere spigliata nel mettermi a nudo davanti a perfetti estranei, nel permettere loro di entrare nella mia essenza.

Mi chiedo: sarei così brava a farmi conoscere là fuori, senza il tempo di scegliere con cura le parole più giuste per presentarmi? Da Ariete “atipica”, l’impulsività riesce a farmi dire una marea di sciocchezze quando si parla di argomenti imbarazzanti. Me, al primo posto.

Poi però penso a quante piacevoli sorprese mi hanno riservato gli incontri con anime affini che ho incrociato, spesso anche solo per il tempo di buttare giù due righe di commento. A volte è solo la soddisfazione di sapere che una mia ricetta è arrivata nella cucina di qualcun altro, invece qualcuna di queste anime l’ho conosciuta di persona, e ci siamo raccontate di università, e yoga, e erbe, o siamo diventate realmente amiche.

Più spesso si tratta di una corrispondenza silenziosa ma potente, istanti in cui trovo negli scritti altrui tutto quello di cui ho bisogno, parole che già danzavano davanti ai miei occhi caotiche e che trovo riordinate in frasi perfette, da qualcun altro, davanti ad un altro monitor. E sì, mi viene da pensare che forse questi momenti di profonda connessione capitano anche a qualcuno che passa di qui.

Stasera lo scrivere qui mi serve per soddisfare il mio bisogno di solitudine. Forse è l’essere cresciuta da figlia unica, oppure sono fatta così e basta: a piccole dosi, lo stare sola è una mia necessità. Ho bisogno che durante la giornata ci sia di un piccolo spazio e tempo inviolabile solo per me, di disegnare un cerchio sul pavimento, sedermici dentro, e lì stare, lì sparire. Da quando conviviamo non è più molto facile, in una Soffitta piccolina e con sempre tanto da fare: adoro la nostra casa e la nostra coppia, ma a volte mi mancano le sere passate ad ascoltare la musica in cuffia, o leggere a porta chiusa fino a tardissimo. Stasera l’Orso è crollato sotto il piumone molto prima di me, i gatti dormicchiano tranquilli nei loro posticini, ho appena bevuto un’ottima tisana ai frutti di bosco, e adesso ci sono solo io…è un momento di calma in cui mi sento come se fossi l’unica persona sveglia in tutta la città.

Ecco il perché di questo sciocco scrivere. Ecco che tutto riacquista senso: questo è il mio cerchio magico. E le parole di Frida Kahlo tornano ad essere perfette per me.

 

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“Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me.Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te”.

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