L’eco nel frigo

 

Prima… Poi…
Quando vivrò da sola cucinerò tutte le sere, ovviamente solo cibi sanissimi, e riempirò il blog di ricette. Orso: “Amore, cosa facciamo per cena?“Io: “Mmmmmhhh….è finita la pizza surgelata? Si, eh? Accidenti…forse ci sono i tortini di verdure dell’Ikea
Quando vivrò da sola andremo a pranzo dalla mamma (o dalla suocera) solo la domenica. Pronto,mamma? Domani faccio tardi all’università, possiamo venire a cena da voi?
Quando vivrò da sola non uscirò mai di casa prima di aver rifatto il letto. Orso:“…certo che potresti rifarlo il letto, ogni tanto, visto che dormi mezz’ora più di me…
Quando vivrò da sola andrò in bicicletta a fare la spesa. Pronto,Orso? è finito il latte, puoi fermarti a comprarlo?
Quando vivrò da sola il pane lo farò in casa con la pasta madre, tutte le settimane. …ohi, mi sono dimenticata…già che vai al supermercato, prenderesti anche il pane?
Quando vivrò da sola saprò cucire, quindi buchi e strappi nei vestiti li riparerò da sola. Accidenti, ho perso un bottone…dovrò chiedere alla mamma di riattaccarmelo…
Quando vivrò da sola saprò anche stirare, quindi se c’è da stirare il camice lo farò da sola. Mamma, ho lavato il camice…una stiratina glie la daresti te?” “Orso, perché non la smetti di andare a lavoro in camicia? Comprati delle polo così non importa stirarle!
Quando vivrò da sola farò un po’ di pulizie ogni giorno, così la casa non sarà mai troppo in disordine. Accidenti, che ci fa un calzino nel divano? Ah, dev’essere il compagno di quello che ho trovato ieri sotto il letto.
Quando vivrò da sola mi opporrò con tutte le mie forze all’istallazione di un condizionatore in casa: è per gli spreconi che favoriscono il surriscaldamento globale. Basterà aprire le finestre la sera e non avremo troppo caldo. Orso, non mi stare troppo vicino che mi fai caldo e non riesco a dormire…non, non aprire la finestra che passano le macchine e non riesco a dormire lo stesso.
Quando vivrò da sola terrò un enorme e rigoglioso vaso di basilico sul davanzale. Orso: “Amore, questo basilico è un po’ giallino…ma ogni quanto glie la dai l’acqua?

Diciamo che adesso che ci sono gli esami (perché, scusa, c’è forse stato un periodo senza esami da ottobre ad oggi?) la Soffitta è messa peggio di quando stavamo qui non ancora in pianta stabile e avevamo le lampadine penzoloni dal soffitto e il bidone di vernice al posto del comodino…

Fra lo stendino in mezzo al salotto e la tavola da pranzo/cena/studio/tutto ricoperta di libri finisce che le palle di polvere che rotolano tipo far west passano quasi inosservate.

L’orto sul tetto sembra che ci abbiano spruzzato sopra il napalm  e l’ultima volta che abbiamo fatto la spesa…uhm, sì, forse è stato un paio di settimane fa, quindi guardando dentro il frigo c’è un eco tale che perfino le nostre amiche muffe si spaventano, soprattutto quella blu.

Ah, per il lievito madre,sopravvissuto per quanto? tre, quattro anni? all’incuria durante le vacanze, perfino ai dieci giorni del Canada, ma temo, non al sesto anno di medicina, ho una gran paura di aprire il barattolo ed essere assalita da una nube di aceto, segno che è stecchito. Per fortuna l’ho clonato prima che fosse troppo tardi (muaaaahhh) e ne ho dato un po’ sia alla mamma che alla nonna, “proteggetelo a costo della vita”, così che se  il mio dovesse schiattare potrò recuperarlo.

Sento che un giorno o l’altro mi suonerà alla porta la troupe televisiva di uno di quei programmi trash tipo “case da incubo” o roba del genere. Quasi quasi se si offrono di passare l’aspirapolvere prima di andar via li faccio entrare.

Va beh, non fatevi l’idea che qui in Soffitta siamo degli irrimediabili zozzoni: prometto che a esame fatto (no, non è l’ultimo) e una volta passati i muratori che metteranno il condizionatore tornerà splendente. Ecco, so che molti storceranno il naso perché il condizionatore inquina e bla bla…dico solo: terzo piano, sotto il tetto…mille gradi. Se non volete che mi sciolga…

E ora vi sorprenderò con una ricetta di, ehm, altissima cucina…ovvero come rimediare una cena quando il frigo rimbomba ma almeno c’è la nonna…”le vuoi un po’ di uova fresche fresche?”

Frittata trippata

  • 4 uova di gallina felice
  • latte, q.b.
  • sale & pepe
  • un ciuffo di prezzemolo
  • uno spicchio d’aglio
  • una lattina di pomodori pelati
  • peperoncino
  • olio e.v.o. q.b.
  • qualche fogliolina di basilico

  1. Sbattere le uova con il sale, il pepe, un pochino di latte e il prezzemolo tritato.
  2. Ungere appena una padella antiaderente e fare delle frittatine piuttosto sottili (con questa dose ne vengono due o tre).
  3. Far cuocere ciascuna frittata da entrambi i lati finché non è bella dorata.
  4. Nella stessa padella far scaldare un cucchiaio d’olio e lo spicchio d’aglio schiacciato, poi versarci dentro i pelati (se avete i pomodori freschi potete fare un meraviglioso sugo espresso magari con un bel soffritto di cipolla.In Soffitta ci si arrangia con quel che c’è).
  5. Far cuocere coperto finché i pelati non si sono disfatti, aggiustare di sale e peperoncino.
  6. Tagliare le frittate a striscioline larghe due dita e farle cucinare in padella insieme al sugo di pomodoro, coperto, per una decina di minuti così che lo assorbano un po’ e s’insaporiscano bene. Completare con il basilico.

 

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