Ma nouvelle France: Charlevoix, verso il Saguenay

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Come seconda tappa nella natura, in partenza verso nord ci siamo fermati a Cap Tourmente, forse il posto che mi è rimasto più ne cuore e dove per la prima volta, trovandomi circondata dallo spettacolo del foliage ho realizzato “caspita, Orso, siamo in Canada!”.

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Finalmente è arrivato il sole a scaldare i colori degli alberi e ci accoglie al mattino un cielo azzurro scintillante. Anche le nuvole sono così grandi e vicine da poterle toccare.

Migrazione dell’oca bianca Canadese : il punto d’avvistamento nella riserva di Cap TourmenteCanada 001 (258)

In questa riserva ornitologica ci sono numerosi sentieri da percorrere per fare birdwhatching, noi abbiamo preso il sentiero “delle oche bianche”. Camminando fra la vegetazione palustre siamo arrivati al punto di osservazione : davanti a noi la sponda del San Lorenzo, e cosa sono quei puntini bianchi? Ma oche bianche, naturalmente! Ci siamo trovati in mezzo ad un enorme colonia di oche, erano più di 40 mila!

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Questi volatili percorrono ogni anno centinaia di chilometri per migrare dalla Groenlandia al Centro America.
Spinte dal loro istinto instancabile, si fermano proprio lì, nella riserva, per una sosta: si vedono planare in stormo, immergono la testa in acqua per mangiare e riempiono l’aria di quaquaquaqua…un luogo davvero affascinante, di una pace incredibile.

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Il viaggio verso il Saguenay è stato interminabile! Quello che mi ha stupito di più di questa terra sono i grandi spazi:lo sguardo si perde lungo le strade dritte e deserte che corrono per chilometri e chilometri in cui non s’incontra niente se non abeti, alberi gialli, rossi e arancioni.

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Port au percil

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In questa regione si trovano i paesini più sperduti che abbiamo attraversato: più si sale verso nord e più diventa selvaggio e deserto, la strada corre fra immense foreste e serpeggia incontrando una miriade di piccoli laghi e fiumi.

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Al limite si può incontrare qualche alce…

I centri abitati che vediamo sulla cartina sono formati da poche case in legno che sembrano delle piccole baite, colorate con tinte pastello e molto curate, ognuna con la sua catasta in attesa dell’inverno che dev’essere davvero lungo e freddo.

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Nord Saguenay, Ste. Rose du Nord

Un benzinaio, un meccanico (lì senza macchina non si vive, non c’è verso), un emporio, a volte la chiesa, una scuola…e poi il niente, la natura incontaminata per trenta, quaranta chilometri prima della prossima casa! E pensare che a me scombina l’idea di fare mezz’ora di treno per andare all’università! Tante volte ci siamo chiesti “ma dove siamo finiti?” e poi “Ma come fanno se hanno bisogno di un ospedale? E per studiare?” Chi abita in posti così isolati deve sentirsi davvero estraneo a tutto quello che succede altrove.

Sembrava di stare davvero sul tetto del mondo e casa sembrava lontanissima!

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Arrivati a Baie Sainte Catherine abbiamo attraversato il fiordo Saguenay con il traghetto per raggiungere Tadoussac,la località da cui in estate partono le gite per fare whale wahtching, cioè l’avvistamento delle balene nel San Lorenzo in cerca di krill.

Si va sempre più a nord, sempre più into the wild (anche se Supertramp se la passava decisamente peggio).

Finalmente dopo molte ore abbiamo raggiunto Sacre Coeur, la tappa che sognavamo con più impazienza e che non ha tradito le aspettative! Lassù abbiamo trascorso un momento della vacanza che scorderò mai, merita senz’altro un post dedicato!

Continua…

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