Ma nouvelle France: Québec City e Jacques Cartier

Finalmente ho riordinato le foto e le idee. Il mio racconto di viaggio sarà lunghissimo come la strada che abbiamo percorso.

Buona fortuna…e complimenti a chi riesce ad arrivare fino in fondo!

Comincio col dire che un paese in cui passano Céline Dion in radio a tutte le ore non può che trovare la mia simpatia! In Québec abbiamo viaggiato per quasi millecinquecento chilometri in macchina per esplorare le regioni di Laurentides, Charlevoix fino al fiordo Saguenay, sempre più a nord. è l’unico sistema per spostarsi, lì, le distanza sono enormi.  Abbiamo visitato due città diversissime fra loro: Québec City appena arrivati, per finire poi la vacanza a Montreal. Questo equilibrio perfetto fra natura e civiltà ha creato una combinazione che reso il nostro viaggio ancora più entusiasmante!

Ecco la cartina per seguire il nostro percorso.

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Il nostro primissimo giorno in Canada, dopo aver ritirato la macchina all’aeroporto di Montreal, partiamo per Québec City.

L’Orso fraternizza col cambio automatico e io già per strada ho modo di esaltarmi non poco : c’è già sentore d’autunno e d’oltreoceano, mentre ci sfrecciano intorno una serie di macchinoni americani con le fiamme sulla fiancata, da veri tamarri!

La prima cosa di cui mi sono innamorata sono le case, viaggiando molto in macchina ne ho fotografate mille: le abitazioni del Québec mi hanno ricordato le case inglesi e anche un po’ quelle olandesi, con l’abbaino, le tegole dei tetti argentati, e le cornici delle finestre dipinte di bianco, senza tende.

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A questi elementi se ne accostano alcuni tipici delle case americane: il vialetto laterale per la macchina, le scalette e il portico dove spesso c’è una sedia a dondolo, la cassetta delle lettere al limitare del prato e, in questo periodo, la zucca pronta da intagliare per la notte di Halloween!

Dopo qualche ora abbiamo raggiunto il nostro Bed&Breakfast appena fuori dalle mura di Québec City, una tipica casa a tre piani dell’800 rimessa a nuova, davvero caratteristica, con due lampioncini cinesi sulla porta  a ricordare le origini dei proprietari.  La prima sera l’abbiamo passata…a nanna, stanchi morti per il viaggio siamo andati a letto senza cena rimandando al giorno dopo l’inizio dell’esplorazione.

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Appena svegli, dopo la prima colazione canadese (scrambled eggs, toast with peanut butter and jelly) siamo partiti per il parc national de la Jacques Cartier : quando qualche mese fa ho scoperto che i parchi naturali su cui avevo tanto fantasticato chiudono da metà ottobre a metà gennaio non vi dico la delusione.

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Per pura fortuna questo  chiudeva esattamente  il 22 ottobre, quindi abbiamo approfittato dell’ultimo giorno per visitarlo nonostante la pioggia e abbiamo fatto una passeggiata con l’ombrello lungo il sentiero“delle cascate”, giusto per farci un’idea di cosa sono i parchi Canadesi.

 

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Probabilmente le persone vengono educate all’amore e al rispetto per la natura fin da piccole, quelli sono davvero luoghi da Giovane Marmotta dove si può fare qualsiasi attività all’aperto, dalle passeggiate, alla canoa, alla scalata. Il risultato è che mi è restata una gran voglia di tornare lì in estate a campeggiare, pagaiare, spiare gli animali…eh sì, perché nonostante tanti tronchi…niente castori…

Torniamo in città per il pomeriggio, un po’ bagnati ma già felici!

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Québec City è piuttosto piccola,  al contrario di Montreal si mantiene antica ed è l’unica del Canada ad avere una cinta muraria.

Il centro storico si visita tranquillamente a piedi, purtroppo ci ha accolti col maltempo: in certi luoghi la luce del sole vuol dire davvero tanto, ma la città ci è piaciuta anche con la nebbia perché è molto pittoresca, soprattutto nella parte vecchia attorno a rue Champlain, quindi abbiamo raggiunto il Chateau Frontenac e la terrazza vicina da cui si vede la riva opposta del San Lorenzo, poi abbiamo passato il pomeriggio passeggiando per le stradine su cui si affacciano bistrot e negozi (e in effetti un che di francese ce l’ha).

La prima vera giornata di vacanza termina nella città vecchia, dove a cena assaggiamo una buonissima creme brulée allo sciroppo d’acero.

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in lontananza, il tetto di rame di Chateau Frontenac

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Rue Champlain


Continua…

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