Ma nouvelle France: una casa fra gli alberi

 

1296330812109676450518

Per settimane quando qualcuno mi chiedeva dell’itinerario del nostro viaggio ho raccontato:

“arriviamo a Montreal, poi facciamo un bel giro prima della conferenza dell’Orso..”
A questo punto Leti s’illumina e con un gridolino dice …”e poi dormiamo su un albero!!” L’interlocutore mi guarda perplesso “Su un albero??”
Leti con sguardo sognante risponde“Sì, non proprio su un albero…immagina una specie di palafitta, però ad altezza albero.”

Di solito io e l’Orso prenotiamo gli alloggi con strategia quasi militare con controlli incrociati che prevedono guida, Trivago, Tripadvisor…

Alla fine, quando abbiamo raggiunto un compromesso accettabile fra il nostro budget e le caratteristiche del luogo clicchiamo su “Prenota” e via.

Quando su Booking.com ho visto le foto di questo posto non ho voluto sentire ragioni:

Leti:“Ti prego, Orso,guarda come è bello…è turismo ecosostenibile, ti rendi conto? Dormiremo fra gli alberi!”
Orso:” mmmhh…dov’è esattamente?”
Leti: “Oh, guarda sulla cartina, è proprio vicinissimo a dove dobbiamo andare…”
Orso:” Mmmhh, ma guarda che un conto è la cartina, un conto è spostarsi lì in macchina, a vederlo così sembra vicino ma magari ci vogliono ore…devi guardare in che scala è la cartina, e poi…” (a posteriori posso dire: sante parole!)
Leti: “ Oh, quanto sei noioso…ma è bellissimo, quando ci ricapita di dormire in un posto così?”
Leti tira fuori gli occhi dolci, Orso non cede.
Leti prova ancora.” ma ci pensi: io e te, soli soli, nella foresta? Non è romantico?”
Orso vacilla, accenna un sorriso :“Ok, quanto si spende? “…e così abbiamo dormito su un albero, o quasi!

In queste poche ore è stato come aprire un libro di fiabe e saltarci dentro, una sorpresa dopo l’altra e un susseguirsi di emozioni…forse non è necessario andare così lontano per lasciarsi avvolgere e incantare dal verde, ma certo è stato un momento della vacanza che resterà indimenticabile.  Questo posto straordinario si trova vicino a Sacre Coeur, un paesino della riva nord del Saguenay.

è il tardo pomeriggio, non restano ancora molte ore di sole e ci troviamo, come sempre, in mezzo al niente, al meraviglioso niente Canadese.
Orso è un po’ preoccupato, osserva il gps:“ sei sicura che la strada sia questa? che dice la cartina?”
Leti:”stai tranquillo, stiamo andando bene…questa comunque è l’unica strada.”

Dopo poco troviamo finalmente le indicazioni per il nostro alloggio. Ci fermiamo davanti ad una casetta di legno, dal tetto si alza il fumo di un camino. Una volta di più ci chiediamo “ma dove siamo finiti?” Per fortuna un ragazzo biondo con la barba e il cappello di lana ci ha sentiti arrivare ed esce: con un gran sorriso ci saluta e ci dà il benvenuto… ha un che di hippie e mi sta subito simpatico, siamo nel posto giusto a quanto pare. Ci fa entrare: dentro c’è la reception, c’è il fuoco acceso e un bel calduccio. Ci presentiamo e visto che non parla inglese ci chiede se parliamo francese: io spero davvero che quanto imparato alla scuola media non si sia volatilizzato insieme alla cultura classicista del liceo, annuisco e lo ascolto attentamente. Ci spiega che andremo insieme nel bosco ma che dovremo raggiungere da soli il nostro alloggio, a piedi, mentre lui con la sua macchinina elettrica porterà lì le nostre valigie.

L’Orso è un po’ perplesso :” Scusa,ma sei sicura di aver capito bene? Ci molla da soli in mezzo alla foresta canadese?”
Io sono troppo curiosa e non ci bado “Dai,è giorno, che vuoi che ci succeda!”

Lo seguiamo con la macchina per un po’, poi ci separiamo e seguendo il percorso che ci ha indicato ci addentriamo nel bosco, a piedi.

Canada 001 (417)

L’Orso non fiata, sento che il fatto di aver lasciato a me l’incombenza delle traduzioni lo destabilizza un po’ e cammina rigido come se temesse da un momento all’altro l’attacco di una bestia selvaggia! è abbastanza divertente vederlo titubare,una volta tanto. Il percorso è breve e dopo circa dieci minuti ci siamo: raggiungiamo il ragazzo biondo in cima al sentiero, poi la vedo e resto a bocca aperta.
Eccola!!!

Davanti a noi, in un boschetto di betulle, c’è la nostra casetta, a tre metri d’altezza!

Canada 001 (401)

Non sto più nella pelle, saliamo le scale ed entriamo: il ragazzo parla molto lentamente, così che possa capire, e ci spiega un po’ di dettagli pratici, per esempio il funzionamento della toilette secca, del riscaldamento, e, non meno importante come si fa il caffè con la macchinetta americana.
Io resto senza parole, un po’ perché m’impappino col francese e un po’ perché non so più dove guardare per la sorpresa! Mi servirebbero cento occhi!

Canada 001 (420)

La casa

Canada 001 (388)

angolo cucina

Canada 001 (382)

finestra con vista

Canada 001 (399)

Non ci credo quasi: ci troviamo in una casetta con cucina, bagno, doccia e soppalco con un letto sofficissimo, in mezzo ad un bosco, in Canada.

La casa è completamente costruita di legno e ne conserva il profumo dolcissimo. è deliziosa, molto semplice ma curatissima nei dettagli.

Molti oggetti sembrano recuperati in un mercatino vintage, come le stoviglie smaltate di blu, e c’è tutto il necessario per vivere comodamente ma nel rispetto della foresta che abbiamo attorno, dal pannello solare per l’illuminazione, al sapone per i piatti biodegradabile al cestino per la raccolta differenziata!

Io sono sempre più incredula, salterei quasi in braccio al ragazzo hippie per ringraziarlo di aver inventato tutto questo, sembra fatta su misura per me!

Canada 001 (389)

La doccia

Canada 001 (429)

Il soppalco

Canada 001 (403)

il balcone

Canada 001 (439)

“Ma l’hai visto, Orso, abbiamo un fornello con il bollitore per il tè, una stufa, le candele…e dormiremo qui!”

C’è perfino un terrazzino con due sedie e una vista mozzafiato: dalle finestre, in lontananza oltre gli abeti, vediamo il fiordo Saguenay: da quella parte tramonta il sole, ci dice il tipo. è tutto perfetto, sembra quasi che l’abbiano costruita seguendo una delle mie fantasie!

Scendo dalle nuvole quando il ragazzo ci saluta e ci dice che la mattina dopo verrà a portarci la colazione,poi ci rinnova il benvenuto porgendomi le chiavi di casa e una torcia.

Lì per lì non capisco…vorrei chiedergli come facciamo a tornare alla macchina quando farà notte,visto che per cena abbiamo in programma di fare un salto al paese “vicino” (a una ventina di chilometri).

Ma eccoci, vinco il premio di Miss Imbranata nel Mondo perché ovviamente le parole giuste non vogliono uscire e mi vortica in testa un intreccio di inglese-italiano-francese che non può essere d’aiuto.Vorrei chiedergli “avete mai ritrovato qualche vostro ospite fatto a pezzettini sulla via del ritorno?” ma riesco solo a dire “e per la notte?”

Mi guarda un po’ divertito… “Per la notte c’è questa!” Mi dice accennando alla torcia che ho in mano. Lo guardo un po’ imbarazzata pensando “Chissà quanto sta sfottendo questi due cittadini sprovveduti!” e gli chiedo “Sì, ma è sufficiente? è facile tornare qui?”

downloadL’Orso intanto ci guarda cercando di carpire qualche virgola del suo francese o del mio, è un po’ preoccupato “Gli hai chiesto come facciamo a tornare qui dopo cena?”

Il biondo hippie ride “certo, è facilissimo, per questo vi ho fatti arrivare qui da soli, prima, perché imparaste il sentiero”…poi, capisce al volo: forse la mia espressione era molto eloquente, già mi vedevo

coppia di giovani fidanzati in Canada: attaccata da una lince lei, incornato da un alce lui. Volevano fare turismo nella natura

Scorge una nota di timore sul mio viso e sorridendo mi dice “tranquilla, non ci sono orsi qui”.

A questo punto ci mettiamo a ridere anche noi e lo salutiamo, restando soli in quello che per una sera sarà il nostro nido. Io già mi rattristo all’idea di dover uscire per la cena, è così bello qui! Inauguriamo il divano con un bel tè e ce ne restiamo a guardare fuori con la copertina sui piedi mentre il sole si nasconde fra gli alberi. Nel silenzio più completo,sentiamo solo lo scricchiolio dei nostri passi sul pavimento di legno.

Dopo cena riusciamo a tornare a casa indenni e senza problemi (non era poi così difficile!), c’è anche un po’ di luna ad illuminarci la strada, e camminando di notte in quel buio canadese mi sento piccola piccola, ma al sicuro: anche a casa in campagna abitiamo in un luogo isolato, ma c’è il riverbero delle luci della città, mentre qui il buio è così profondo che le stelle sono vicinissime e enormi, ne vedo cadere una come per magia appena scesa dalla macchina. Per gli scettici che ci davano già trasformati in due ghiacciolini, la casa si scalda un un batter d’occhio e il calore della stufa sale verso la camera. Dopo un altro tè è già ora di dormire, un po’di luce di luna filtra dalla grande finestra ovale.

Che posto incantato che abbiamo trovato!

Canada 001 (393)appena arrivati… Canada 001 (431)al tramonto… IMAG1197mattina…

Canada 001 (423)

Le sorprese non sono finite! La mattina dopo ci svegliamo con davanti il fiordo incorniciato dagli alberi che in questa luce azzurrina è ancora più bello. Prima di pensare a rifare i bagagli ci godiamo ancora un po’ la nostra casina: preparo il caffè, sperimento la doccia nella tinozza , finché l’Orso non mi chiama come se in quell’istante fosse arrivato Babbo Natale.

“Leti,vieni a vedere, abbiamo una colazione!”

IMAG1205

Fuori dalla porta c’è un cestino da pranzo in metallo, come quello dell’orso Yoghi, per noi.

IMAG1207

IMAG1210
Pane e marmellata, focaccine con i semi e l’uvetta, yogurt con le mele e la frutta secca. Neanche nel cestino di Cappuccetto Rosso c’erano tutte queste buone cose! Quando mai ci ricapiterà di fare colazione fra i rami degli alberi?Di nuovo,sembra che qualcuno abbia letto nella mia mente e abbia realizzato i miei desideri: ci aspetta la più buona colazione di sempre, sana, naturale e fatta in casa.

Abitare per qualche ora nella foresta è stato come vivere una favola! Purtroppo è ora di andare: il ragazzo hippie ci manda il suo collega che parla inglese, così possiamo comunicargli più facilmente tutto il nostro entusiasmo per la serata passata lì e fargli i complimenti aver creato un luogo del genere.

Chiacchieriamo un po’ con lui che ci chiede stupito da dove veniamo e che diamine ci facciamo in quel luogo sperduto in ottobre. “è magnifico qui, la natura è bellissima e poi è tutto così grande, non ci siamo abituati!” Lui sorride e ci dice: “Beh, siamo in Canada,è normale! Una volta io e degli amici cercavamo qualcuno per giocare a pallone ma il campo da calcio era nel paese vicino…a trenta chilometri da qui!”

Continua…

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Rispondi a natadimarzo Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>