Migranti

 

Le novità di questo periodo sono molte, ognuna col suo bel carico di difficoltà da superare…e a volte mi tenta quella parte di me che desidererebbe scappare. Ammiro le teste coronate d’alloro dei miei compagni più grandi raggianti e incravattati per la laurea, un po’ spaventata al pensiero che poi…

E sento la mia piccola città svuotarsi di amici e presenze che si allontanano in cerca di fortuna in altri paesi, dove tutto sembra una passeggiata: soddisfazioni, guadagni, la vita stessa. Promesse di felicità facile dall’Inghilterra, dalla Germania per chi è custode di un sapere conquistato con fatica che qui viene sminuito e umiliato, via  da un sistema che rende poveri in una terra ricca per soli vecchi e da meccanismi che non capiamo. Via.

Una delle nostre più care amiche è tornata e già ripartita, e mi ha portato questo librino in tedesco di cui non capisco una parola, ma è uno dei regali più dolci che abbia mai ricevuto. Me lo tengo sul comodino, finché non sarà vero.“io ho un’amica: lei è una dottoressa”

Io che amo gli intrecci fra culture e le sonorità delle lingue straniere guardo con ammirazione gli Erasmus in fila al bar  davanti a me, ascolto rapita chi torna dagli States col suo carico di storie. Per un po’ mi faccio incantare, ma poi resto sorda e continuo ad assemblare i mattoncini qui per un attaccamento insensato a radici provinciali, io che ho paura perfino della grande città. Forse è solo la mia testa che è fatta così, non sa guardare troppo lontano e non spera futuri di grandiose occasioni oltre il confine ma una felicità semplice, che mi basterà.

Approfitto per lasciare qui una ricetta nuova che viene da lontano, dalla nostra amica N., dal Marocco, migrante anche lei a insegnare a noi i gesti e i sapori della sua cultura. Io resto, ma voglio ricordarmi ogni giorno che il mondo non è tutto qui. Voglio attingere più che posso ad altre culture, altri modi di vivere, perché noi siamo solo una manciata di persone.

Queste frittelle sono un’alternativa per una colazione un po’ speciale ma meno maialosa dei pancake. La furbata è anche che si possono preparare la domenica e mangiarsele durante la settimana, si conservano molto bene in frigo chiuse ermeticamente in un contenitore. Sono facilissime da fare e sane, morbide e dal sapore neutro, quindi sono perfette con il miele o la marmellata, per colazione.

Per me e l’Orso uno dei momenti  di più splendidi e normali è proprio quando la mattina ci sediamo insieme davanti al caffé, e questo non succede spessissimo visto che non viviamo insieme. Non ancora…

Baghrir

o crêpes mille trous (crêpes mille buchi)

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per 20 frittelle circa

  • 3 bicchieri di farina di grano duro
  • 4 bicchieri e 1/2 di acqua tiepida
  • 1/4 di cubetto di lievito di birra fresco
  • un pizzico di sale
  1. Mescolare insieme con una frusta tutti gli ingredienti (sbriciolare il lievito nel primo bicchiere d’acqua e scioglierlo prima di unirlo al resto) per formare una pastella.
  2. Far riposare, coperto, una mezz’ora circa, o comunque finché la pastella non avrà cominciato a “crescere”: in questo modo avremo delle crêpes con mille buchi per davvero!
  3. Usare una padella calda appena oliata con la carta assorbente per cuocere le frittelle, versando alcune cucchiaiate di pastella alla volta per ottenere una forma tonda.
  4. Cuocendosi, si formeranno tanti buchi in superficie. Non è necessario girare le frittelle, saranno pronte quando l’impasto apparirà cotto anche dal lato superiore.  La consistenza è spugnosa e molto morbida, se ben riuscite le frittelle saranno “alte” (più di quelle che vedete in foto, ma mi sto perfezionando!).

Se volete un video chiarificatore, eccolo qui.

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