Odio settembre…ma solo un po’…

Mi dispiace per questa affermazione perché di solito i cambi di stagione li vivo con entusiasmo: amo fortissimamente vedere la natura che muta, per il nuovo colore dalle foglie degli alberi, per i frutti diversi che maturano e i vestiti più leggeri o più pesanti che si tirano fuori dagli armadi. E poi quando cambiano il vento e la luce, di solito in quel momento cambiano anche le mie abitudini, ne riprendo di vecchie o ne aggiungo di nuove. Cambio anch’io insieme alle stagioni. Ma proprio nel modo in cui la primavera mi dà vitalità e voglia di più aria, di più colore, di più tutto, settembre mi strazia. è come quando piove di domenica.

è un mese uggioso. è l’estate che finisce e l’autunno che inizia, e amo l’autunno, non meno della primavera: funghi, castagne, oro e amaranto nei boschi, la sciarpa intorno al collo di mattina. E poi si inizia ad andare al cinema, a passeggiare in centro la sera…ma questo periodo qui è come la terra di nessuno, e vorrei passasse in fretta per non rimpiangere troppo l’estate che sta finendo. Uva e fichi mi dicono “assapora il calore del sole mentre mi assaggi, passeranno lunghi mesi prima di ritrovarlo”. E poi questo è il mese dei rientri: rientrare in città, rientrare all’università sempre troppo presto, e lasciare la casa di pietra e legno che in inverno resterà chiusa e fredda. Sarò triste nel momento in cui non sentirò più i grilli ma lo sferragliare dell’autobus che fa tremare i vetri, quando la luce entrerà dall’avvolgibile e non dagli sportelloni di legno. Com’è che questo posto che sento sempre più mio non mi è mai mancato così tanto, com’è che ho messo radici così forti?

Ma…ho trovato un attimo di bellezza anche in queste uggiose giornate di settembre: scrosci d’acqua e ticchettii di pioggia sulle tegole del tetto che non fanno dormire, che fanno sparire sotto le lenzuola nel buio, ma creano una musica così bella, come un’orchestra, e così vicina che sembra che la Notte bussi alla finestra per entrare.

Ricetta!

Questa crostata l’ho fatta con le pere dell’orto, ed è proprio il dolce adatto a questo periodo: frutta fresca estiva e già qualche aroma autunnale: una spolveratina di cannella e scorza d’arancia. Non è di mia invenzione, l’ho rubacchiata su un vecchio numero Cucina Naturale, ed è la riprova perfetta che si possono fare buoni dolci anche senza derivati animali:è una crostata rustica, leggera e non troppo golosa, ma ha carattere! E ‘idea di aggiungere il vinsanto nell’impasto l’ho trovata geniale: è liscio, non si sbriciola ed ha un aroma molto interessante.

Crostata integrale di nocciole con pere e arancia

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  • farina integrale, 100 g
  • farina 00, 100 g
  • farina di nocciole, 50 g
  • zucchero di canna tipo Mascobado, 100 g
  • lievito per dolci, mezza bustina
  • olio di girasole, 4 cucchiai
  • pere, 3-5 (dipende dalle dimensioni)
  • un’arancia
  • vin santo, circa 5 cucchiai
  • sale, un pizzico
  • cannella

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In una ciotola, fare una fontana unendo le farine, metà dello zucchero, il lievito, il sale.  Versare l’olio nel centro della fontana, qualche cucchiaio di vinsanto, e iniziare a impastare, aggiungendone altro se la pasta è troppo asciutta. Una volta ottenuto un impasto liscio e compatto, metterlo a riposare in frigo per circa mezz’ora.

Unire lo zucchero rimasto alla scorza dell’arancia e al suo succo. Sbucciare le pere e tagliarle a fettine, poi sistemarle in un recipiente e bagnare con la mistura di zucchero e arancia. Spolverare con la cannella e mescolare velocemente con le mani.

Stendere la pasta con il mattarello, adagiarla in una tortiera formando un bordo di circa 2 cm, poi bucherellala con una forchetta. Per aiutarsi poi a tirarla fuori dallo stampo,è molto comodo stenderla su un foglio di carta forno e trasferirla direttamente nella tortiera, oppure oliarla e infarinarla, usando anche un po’ di farina di riso.

Disporre le fette di pera sulla pasta e irrorarle con il succo rimasto nella ciotola, poi infornare la crostata per 40 minuti a 180°.

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