Pennuti

 

Un post dimenticato che risale all’inizio di gennaio ma resta attuale: piove ancora, e ancora spio i pennuti in giardino.

Un po’ di Tori Amos, che in questi giorni mi perseguita.

 

Per curare la mia metereopatia ho bisogno di scappare in campagna non appena smette di piovere, anche solo per mezz’ora, e respirare: perché vai lassù da sola? Per quella strada stretta, è freddo, e non c’è nessuno.

Appunto.

DSC01543

 

In un istante tutti i miei sensi si riattivano, recettivi al massimo: ovunque si sentono scrosci d’acqua che si fa strada dove vuole. Un ricongiungimento a un posto che ho bisogno di ritrovare ogni tanto per svegliarmi dal torpore e sentire.
Forse la mia è una vera patologia, ma per fortuna ho trovato la cura: mi accorgo che mi basta vedere il sole per rinascere, come è successo ieri, che il cielo era limpido e sembrava primavera, e i frutti arancioni non ancora caduti brillavano al sole sui rami degli alberi.

Trovo le mie emozioni nella parole di altri che non conosco, ma la Tela ci avvicina.

Mentre cammino senza meta vicino all’orto, rompo qualche rametto di rosmarino che riattiva il mio olfatto mi trovo faccia a faccia col Gatto Nero. Resta terrorizzato da me, quello scemone, e scappa via a velocità supersonica sbattendo ovunque.

Come ogni anno ho lasciato da mangiare per gli uccellini semi e arachidi, anche se non fa affatto freddo e forse se la cavano benissimo da sé. Ma sono lì se ne avranno voglia. Mi piace pensare che mentre me sto in città il giardino è loro.

Prima che il sole vada giù tento di mimetizzarmi in un angolo del giardino e di diventare immobile per poterli guardare. Solo gli angoli della bocca s’increspano perché l’affaccendarsi di quelle creaturine che balzano da un ramo all’altro mi fa sorridere tutta. Amo osservarli da lontano, ognuno nel suo spazio, come con la volpe. Vedere che beccano i semi che gli ho lasciato è come un messaggio: anche tu appartieni a questo posto, e noi ti lasciamo calpestare il nostro prato, guardare i nostri alberi. Mi hanno accettata a far parte dell’ecosistema.

SONY DSC

 

Questa è una cincia bigia. Becca i semi nella casetta-mangiatoia nuova attaccata al glicine e va a mangiucchiarseli un po’ più in là.
Ha un canto buffo e chiassoso, come se mi volesse avvisare: azzarda ad avvicinarti e volo via, e non torno più a farmi guardare.
Anche la vecchia mangiatoia-bottiglia, fatta dall’Orso, le piace, e questo mi rende ancora più fiera.

DSC01535

DSC01517

Guardate con attenzione… Le piace nascondersi…

DSC01515

E questa mela, chi l’avrà mangiata?

Probabilmente i miei vicini pensano che sia matta nel vedermi appendere ai rami del melo le palline di semi e margarina per i pennuti. Non sono cattivi, ma sono di un’altra generazione, e per loro perfino cani e gatti sono bestie, e basta, per cui provare per loro grandi sentimenti è davvero disdicevole.

Pennuti. Ne avete mai tenuto uno sul palmo della mano?

Io sì, uno dei bengalini che avevo da piccola. Stavano in una gabbietta. La sola idea, oggi, mi fa ribrezzo. Mi ricordo che era leggerissimo, pesava pochi grammi, e aveva le piume lisce. Una volta l’ho preso in mano ed è scappato, e mi sono arrabbiata e ho pianto; non perché non l’avrei più avuto, ma perché sapevo che da solo non se la sarebbe cavata, morto di fame o mangiato da un altro animale.

Ho ben impresso il senso di vertigine spaventosa che mi dette vedere quella creatura prigioniera spiegare le ali per la prima volta, un proiettile vivo che trova un pertugio fra le sbarre, impazzito, buttato in mezzo allo spazio immenso. Il suo primo volo. Vederlo fu come cadere in un pozzo profondissimo. Mi ha fatta crescere. Non ho più avuto animali in gabbia, non ne ho più posseduti, e l’unico modo in cui mi pace vederli è liberi, in un luogo che in fondo è più loro che mio.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Rispondi a Claudia Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>