Primavera non bussa, lei entra sicura

L’ho aspettata, e ora eccola! Con un giorno d’anticipo, dicono, ma io l’ho sentita arrivare molti giorni fa quando il cappotto faceva troppo caldo e ho preso la Graziella rossa per farmi una discesa al vento verso la biblioteca. Poi mal di schiena, ma questa è un’altra storia. Ieri quando sono tornata a casa dalla copisteria con una bracciata di fascicoli ho sbirciato dentro i giardini di città mentre tacchettavo sul marciapiede con gli stivali nuovi. Ci ho visto dentro nuova vita, come i peschi fioriti che vedo dal treno, così belli quasi irreali nel mezzo agli orti desolati lungo la ferrovia. Questo sole che entra in casa impertinente, come a dirmi esci,vieni fuori, vieni a giocare con me mi distrae dalle preoccupazioni, da quei pensieri che fanno il sangue amaro. Pare che quando i guai arrivano arrivino tutti insieme e al momento meno adatto…ma anche questa è un’altra storia.

L’anno scorso di questi giorni gironzolavo. Mi manca un po’ fare la valigia e partire, ne avrei voglia, ma si può andare in vacanza a pochi chilometri dalla città per cambiare aria. E adesso che le giornate sono più lunghe si può vivere meglio anche la città, in quell’ora di sole in più. Io e l’Orso stiamo passando in campagna ogni sabato, ed è bellissimo: accendiamo il camino, anche se presto non servirà più, teniamo la tv spenta e chiacchieriamo  durante la cena e chiudiamo il buio fuori dal portone, un buio assoluto e color inchiostro: amo che lì non ci sia neanche un lampione. Si vede la pianura, come se fosse lontanissima e sterminata, e disseminata di lucine arancioni e gialle.

DSC00764 DSC00765 DSC00762

I mei genitori stanno preparando l’orto e il giardino per la nuova stagione. Io sono come al solito un po’ ovattata fra le pagine dei libroni e mentre mia madre zappetta le aiuole sto seduta al solito tavolone di legno, evidenziatore alla mano. A parte campi di anemoni e calendule spontanee (che mi hanno lasciata a bocca aperta per quante sono! E io che non le avevo riconosciute! Grazie Edera!), ci sono veri cuscini di violette profumate, narcisi e giacinti rosa che sembrano fatti di pasta di zucchero. Non potevo nascere in una stagione più bella. Tutto riprende vita, qualche pianta non ha passato l’inverno, altre fortissime hanno resistito al gelo e con le loro foglioline esultano, sono qui, ce l’ho fatta.

Non cucino molto,ultimamente. La pasta madre però non posso abbandonarla, e questa settimana mi ha fatto le Scole di Pasqua! Sono panini semi-dolci con uvetta e anice che nel periodo di Pasqua si trovano in tutte le panetterie della mia città. Sono rustici, di semplice pasta di pane, e sono un altro di quei cibi che sento alle radici.

Scole di Pasqua

  • farina 00, 300 g
  • farina manitoba, 200 g
  • acqua tiepida, 300 g
  • lievito madre, 100 g
  • olio d’oliva, due cucchiai
  • zucchero semolato, 90 g
  • uvetta sultanina,120 g
  • semi di anice, 20 g
  • acqua e zucchero per la superficie

Ore 19.00

Unire il lievito madre con l’acqua, l’olio e lo zucchero e scioglierlo bene. Aggiungere la farina e mescolare bene con un cucchiaio. Far riposare un quarto d’ora. Unire l’uvetta e l’anice e impastare bene su una superficie infarinata. La pasta è molto morbida, è utile essere veloci nell’impastarla. Far lievitare circa cinque ore.

Ore 00.00

Riprendere la pasta lievitata e dividerla in 12 parti, poi dare la forma dei panini (le scole sono un po’ allungate, non tonde) e sistemarli in una teglia con un foglio di carta forno. Far lievitare fino alla mattina, altre otto ore circa.

Ore 8.00

Accendere il forno. Mescolare in un bicchiere poca acqua con qualche cucchiaio di zucchero e spennellare questa miscela sulla superficie. Infornare a 180° per circa 30 minuti, aumentando a 200° negli ultimi 5 minuti di cottura per far dorare le scole in superficie.
DSC00775

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Rispondi a natadimarzo Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>