Sarà la primavera…

 

Queste giornate di fine marzo sono qualcosa di meraviglioso: invitano alla vita, a uscire,a ridere. In questo periodo dell’anno sono sempre inquieta, non in senso negativo: è quell’irrequietezza che arriva quando il sole inizia a farsi tiepido sulla faccia e alle cinque di pomeriggio non scende più la sera,ma le giornate si allungano. Non riesco a stare ferma e in casa mi sento come un animale in gabbia; ho bisogno di vedere il cielo e cerco il verde…Natadimarzo, infatti…con un mese d’anticipo, fra l’altro, come se già ventidue anni (meno un giorno) fa non vedessi l’ora di uscire per sentire la primavera e la sua aria colorata. Nel giardino c’è vita, tanto trifoglio e fiori, invece nell’”orto aromatico” (è mia mamma che ama queste definizioni che fanno tanto giardino inglese!) stanno spuntando tre tipi diversi di menta, timo, melissa e tante altre piante di cui non conosco ancora il nome. Ma voglio imparare di più sui loro utilizzi, magari anche a curarle visto che per ora non mi sono azzardata.  E il mantello del gatto nero guizza di arcobaleni al sole…dovrei scrivere qualcosa anche su di lui, sì…poi il fatto che non abbia un briciolo di concentrazione è un’altra storia…ma diamo la colpa alla primavera!

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Un bell’inizio di questa nuova stagione, una scappata a casa dei nostri amici a Den Haag, in Olanda, per salutarci dopo tanto e scoprire qualcosa di nuovo. Visto con i nostri occhi sembra un mondo perfetto dove funziona tutto con precisione…chissà se c’è il trucco o è davvero così! Intanto devo prendere un’idea dagli olandesi che in tutti i giardini hanno le casette per gli uccellini e le reticelle con i semi a cui si possono appendere per mangiare: ne voglio assolutamente una per il mio melo dove qualche volta ho avvistato un pettirosso curioso.  Siamo stati anche a Utrecht, Gouda e Delft, e questa mi è piaciuta particolarmente perché fra i suoi canali e le sue case così caratteristiche c’era una luce bellissima, un sole che rendeva vividi  e brillanti tutti i colori.

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Anche qualche museo, stavolta: una mostra fantastica di Escher che ho trovato davvero geniale con le sue architetture paradosso e le illusioni ottiche, e il Mauritshujs per vedere le tele dei fiamminghi. Non sono una grande intenditrice d’arte, ma questa visita mi ha entusiasmata davvero, soprattutto per le opere di Vermeer.

Vedere Delft in un dipinto e andarci in macchina due ora dopo per trovarci gli stessi colori è stato incredibile. E poi ho finalmente visto lei,

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che tante volte da quando ho letto il libro di Tracy Chevalier mi sono chiesta chi fosse davvero e cosa guardasse con i suoi occhi così grandi.

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