Segni
Piccole dolcezze in una giornata come tante.
Ore di pura noia in un reparto dove diventi magicamente invisibile, uuuuhhhh! Ma non si sa perché, come fai per infilare la porta acquistano tutti una vista a infrarossi e sei sgamata in un baleno.
La testa è vuota e le parole sono stanche. Il treno culla quasi, vorresti che mentre leggi indisturbata proseguisse per ore verso nord fermandosi lontano, chissà dove… e poi per studiare è troppo tardi e finisci per bighellonare ad oltranza.
Strano inizio d’estate, col sole rotto dai tuoni in pieno pomeriggio. Alle mie spalle la pianura laggiù sembra lontanissima, sotto il cielo di piombo che crollerà da un momento all’altro e rovescerà grosse gocce di pioggia fredda sull’asfalto.
Casa nostra sembra racchiusa in una bolla: se guardo davanti a me c’è un sole tiepido che fa brillare un verde quasi irreale dopo tanta pioggia, a occhi chiusi sento mille canti diversi e le rane, come se la primavera si fosse concentrata in pochi metri quadrati.
Dentro il camino è acceso, però.
Cammino lungo il perimetro come per volerla abbracciare, prima dietro casa, dove si nascondono i gatti neri, poi nell’orto dove le scarpe da ginnastica sprofondano nella terra bagnata. Ci sono i fiori scampati al tagliaerba, rustici e selvatici ma perfetti, da farne corone o cuscini, cadendoci in mezzo a braccia aperte.
Basta scostare qualche foglia ancora bagnata e scopro le fragole, piccoli gioielli lucidi che hanno un profumo da fiaba e a schiacciarle sotto la lingua sanno di zucchero rosso e di bosco.
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E poi, mentre guardo i bombi che si posano sulla borragine col loro culone a strisce, vedo un puntino fra i petali blu che più blu non si può.
Un segno. E penso che magari domani sarà una giornata fortunata.