Si…può…fareeeeee!!

Il mio primo libro di cucina è stato  un libro di ricette dal mondo, perché per cucinare piatti normali c’erano già la mamma e la nonna e io volevo fare qualcosa di nuovo.  A dire il vero fu una delusione colossale perché di tutte quelle ricette dai nomi strani non ne potevo riprodurre nessuna considerato che tutte prevedevano l’uso di ingredienti stranissimi e spezie che (allora) non avrei saputo dove trovare.

Ma i Chapati posso farli, mi sono detta. Solo acqua e farina, si impasta si stende e si cuoce, niente di più facile, e al ristorante indiano con le amiche erano così buoni che non avevamo fatto che chiederne un altro cestino, visto che non si potevano lasciare nel piatto tutti quei buoni sughetti.

Uhm,ma qui dice di usare una farina strana, ti pareva….va beh, usiamo la farina normale. E l’acqua? Perché non c’è scritto quanta ne serve? Dice “quanto basta”…proviamo.

Ecco, tutto ciò accadeva circa dieci anni fa: mai sottovalutare una ricetta apparentemente facile, soprattutto se si parla di pane! Infatti il pane indiano non lievitato lo faccio spesso, il sapore è buono, ma ogni volta rosicavo un po’ perché nel il libro precisava “appoggiate il pane sul fornello con una pinza e lo vedrete gonfiarsi come un palloncino”. Mai successo niente del genere. Ora non mi raccontate che a voi vengono perfetti o la mia autostima cola proprio a picco!

Finalmente dopo anni di tentativi scarsi, aiutata da qualche video di youtube ho capito quali sono i trucchetti del caso e sono riuscita a ottenere i miei chapati proprio come li volevo con tanto di “effetti speciali”!!

Nella foto li vedete insieme al dahl di lenticchie rosse di La Cucina della Capra che è uno dei piatti invernali più buoni che esistano!

Chapati – pane indiano

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per 8 chapati

  • farina integrale tipo 2, 130 g
  • acqua, 110 ml circa
  • olio, un cucchiaio
  • sale, un grosso pizzico

Trucco n.1: la farina. Effettivamente prepararli con la atta, la farina apposita, è tutta un’altra cosa: l’impasto è morbidissimo, facile da lavorare, non si strappa e non si appiccica al tagliere e al mattarello.  Peccato che dopo averla presa una volta dal “mio” bazar srilankese non l’ho più trovata. Un’alternativa è una normale farina integrale o semiintegrale, purché sia macinata sottile e liscia, senza i fiocchini di crusca dentro (a me funziona benissimo la tipo 2 della Ecor che trovo al Naturasì).

  1. Mescolare in una ciotola la farina col sale e l’olio.
  2. Formare una fontana con la farina e cominciare ad aggiungere l’acqua un poco per volta impastando con la mano libera. Continuare ad impastare finché non si formerà una palla di impasto liscia ed elastica. Aggiungere qualche goccia d’olio sulla pasta per ammorbidirla ulteriormente.

Trucco n. 2: l’impasto. L’acqua va versata piano piano e la consistenza dell’impasto sarà giusta quando avrà raccolto TUTTA la farina rimasta nella ciotola e quella che resta attaccata alle dita senza più appiccicarsi. Vi dovete ritrovare con ciotola e mani pulite, in pratica!!

  1. Far riposare l’impasto per 15 minuti, coperto.
  2. Formare otto palline della dimensione di una grossa noce arrotondandole fra le mani.
  3. Infarinare ogni pallina e stenderla con il mattarello formando un disco rotondo di circa 10 cm di diametro e molto sottile, senza aggiungere altra farina e senza girarlo.

Trucco n.3: la cottura. I chapati si cuociono in due tempi.

Vengono prima cotti in una padella di ferro, a me vengono bene in una normale padella antiaderente ben calda. Poi, si fanno gonfiare con la fiamma del fornello: questo ovviamente non influisce sul sapore ma è così scenografico che non mi sono arresa finché non sono riuscita a vedere i miei chapati che si gonfiavano come palloncini!!

Col calore l’aria calda contenuta nelle bolle che si formano in cottura si spande e il pane si gonfia. La svolta è stato usare la griglia del microonde: è una piccola griglia rotonda con le zampe che ho sistemato sul fornello in modo che i chapati siano investiti dal calore della fiamma ma a  7-8 cm di distanza. Infatti se si appoggiano direttamente sulla fiamma si bruciano in fretta e si bucano, quindi il vapore fuoriesce e si sgonfiano…e  fine dei giochi!  In mancanza di un aggeggio del genere si può usare qualsiasi griglia purché sia sopraelevata rispetto alla fiamma.

  1. Cuocere il chapati da un lato finché non compaiono un po’ di bolle in superficie, poi girarlo e aspettare che si colori un pochino anche dall’altro (circa 30 secondi per lato).
  2. Accendere il fornello sotto la griglia e sistemarci sopra il chapati per qualche secondo. Magia!!! Si gonfia!!

Spegnere il fornello fra un pane e l’altro per evitare che la griglia si si scaldi troppo. Via via che cuociono avvolgere i chapati in un asciughino per evitare che si raffreddino e diventino troppo croccanti: devono essere abbastanza morbidi da poterli piegare.

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