Sous le vent

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È difficile capire la passione per la vela dell’Orso , lui che è impaziente, precipitoso. In mare i giorni scorrono lenti in una specie di ucronia, una bolla trasparente in cui non ricordi che giorno sia, sulla terraferma.

E soprattutto, andare per mare a vela costringe ad aspettare.

Perché in definitiva la barca è solo un piccolo guscio di legno in una distesa di onde, e non puoi comandare i venti ma solo far sì che ti trasportino dove vuoi lasciando che le vele si gonfino…e se ci vorranno molte ore non fa niente, non dipende da noi.

Ci sono volte in cui un’intera traversata Toscana-Corsica è una continua bolina e lo scafo fila liscio come se volasse, altre in cui non c’è un alito di vento e l’unica soluzione è il pop-pop-pop del motore che disturba il silenzio notturno del plenilunio.

Quando poi finalmente arriva l’alba c’è sempre qualcuno sveglio per immortalarla.

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Alba a Capo Corso

Fuori stagione il mare acquista un fascino antico e un pizzico di malinconia, i luoghi che ti trovi a scoprire sembrano senza tempo.

Capita di scendere a terra per permettere al Peloso dell’equipaggio di farsi una corsetta e sgranchire le quattro zampe (eh no, non sto parlando dell’Orso!): si passeggia su una spiaggia di milioni di sassolini neroverde che il mare lucida e continua pazientemente a modellare, ad arrotondare con dolcezza, con le stesse mani di gigante che sanno scagliare lontano i tronchi che hanno vagato per mesi prima di vedere terra, scaraventati dalle onde.

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Il paesino osserva tutto questo dall’alto, l’acqua cristallina delle giornate di sole e la furia delle bufere, quasi non lo riguardassero. Da lontano si potrebbe immaginarlo disabitato, o addormentato.

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Corsica – la spiaggia nera di Nonza

A volte sei in porto, al sicuro nel sacco a pelo e senti che fuori da quell’insenatura protetta infuria la tempesta e il mare ruggisce, il vento soffia fra le sartie e urla e sibila come una tribù di pellerossa a cavallo. E allora anche se il mare chiama, tu aspetti.

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E se la mattina dopo esce il sole ma resta troppo pericoloso per uscire, vale la pena mettere i piedi a terra e andare a scoprire qualche angolino del porto che con le sue finestre sgangherate sembra restato ad un’altra epoca, spiare i gatti e guardare i nidi di rondine a naso in su.

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Poi si va a far la spesa, progettando un menù per la cena, o a far rifornimenti per la colazione.
Durante questa puntata in Corsica la tappa preferita è stata la boulangerie!

 

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Si sale fino alla rocca per guardare giù…

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Saint Florent

Oppure ci s’inventa un’avventura col  gommone e si risale un fiume fra la vegetazione palustre e le barche abbandonate, ascoltando i rumori della primavera assieme allo sciacquettio allegro dell’acqua.

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Fiume Aliso

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In barca è tutto inaspettato, o quasi. Non puoi sapere che cambierà il vento e le vele andranno orientate diversamente, non puoi sapere che mentre sonnecchi vedrai emergere un’immensa schiena nera sbuffante, una balena a pochi metri dallo scafo!

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Serve pazienza. Non puoi chiedere al Sole di squarciare le nuvole solo perché siamo in aprile inoltrato, e un’uscita  per il ponte del 25 può assomigliare molto ad un’uscita per il Primo Novembre, con il mare grigio piombo alla luce del tramonto…

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