Souvenir d’Alsace

Finalmente, per la prima volta dopo sei anni ho potuto trascorrere le vacanze di Natale come una persona normale e perfino andare via per Capodanno!

Come avevo anticipato qualche post fa io e l’Orso abbiamo fatto una vacanzina dopo le feste, in Alsazia. Diciamo che è la prima vera vacanza da dopo Parigi, un anno fa, perché la barca in Corsica di quest’estate, di cui non c’è traccia sul blog, è stata solo una breve parentesi d’ansia fuori casa (basti dire che mentre l’Orso e l’equipaggio della Barca Verde si tuffavano io studiavo le malformazioni cardiache del neonato), per niente goduta, nonché il mio primo tentativo di autostop miseramente fallito.

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Come sempre, solo cinque giorni fuori e mi sembrano cinquecento, il nuovo mondo che ho scoperto mi ha conquistata e mi manca già e adesso che sono di nuovo in Soffitta a trascorrere gli ultimi giorni di camino e copertine con i Mici prima di tornare a tirocinio, sul pavimento resta la valigia vuota (più o meno) che aspetta di essere riempita di nuovo al più presto.

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Visto che volevamo una vacanza rilassante, la cosa più facile sarebbe stata andare a spiaggiarsi da qualche parte al caldo, ma è difficile per noi che non amiamo poltrire quando andiamo in viaggio e vogliamo sempre vedere il più possibile…quindi abbiamo optato per un viaggetto on the road in Europa senza però dover macinare centinaia di chilometri al giorno. Memori dell’aria di magia trovata in Germania qualche anno fa, quando ancora non sapevo bene che piega avrebbe preso il blog e non ne raccontai più di tanto, abbiamo scelto l’Alsazia attratti dall’idea di vedere i mercatini di Natale senza la ressa di metà dicembre e convinti dai commenti entusiasti che abbiamo letto online.

Non abbiamo studiato gran che le guide, stavolta,anche perché in definitiva non ci sono musei da visitare, niente di particolare da fare in questa stagione, ma solo guardarsi intorno e godersi l’atmosfera del luogo. Ed è andata proprio così: abbiamo gironzolato con tutta calma fra i paesini da fiaba addobbati a festa, circondati dal profumo di anice stellato e dolci al burro.

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Ci siamo svegliati tardi, perché già lì si sentono i ritmi del nord e prima delle dieci in giro non si vede anima viva, percorso le strade secondarie senza correre, fermandosi per visitare qualche cittadina interessante,e poi abbiamo passeggiato fra le lucine, una volta scesa la sera.

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Obernai, Riquewihr, Ribeauvillé, Eguisheim, Kaysersberg, Colmar,Turckheim: i paesini alsaziani che abbiamo scoperto sono adorabili, sembrano dipinti, e ogni volta che risalivamo in macchina  il commento era :”Credo sia quello che mi è piaciuto di più fra quelli visitati fino ad ora!”.

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 Obernai

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 Eguisheim

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Turckheim

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Ribeauvillé

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Kaysersberg

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Comar

 Un piccolo mondo tranquillo di casette colorate e decorate da graticci che si specchiano nei canali, botteghe con le insegne di ferro battuto, giardini innevati a misura di pennuto e tetti a misura di cicogna.

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Poi Strasburgo, per scoprire una nuova città, e una capatina a Friburgo, appena oltre il confine.

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Strasburgo

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Friburgo

La neve ci ha accompagnati per tutta la vacanza, sui tetti con gli abbaini che adoro e nei vigneti lungo la Route du Vin.

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Una neve candida anche in città, in pieno centro a Strasburgo, dove grazie ai tram efficientissimi non ci sono le macchine che la trasformerebbero in una poltiglia fangosa, ed un freddo che non ci aspettavamo: è dura star fuori tutto il giorno quando ci sono – 5 gradi!

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Un freddo insistente che aggredisce ogni centimetro di pelle scoperta da sciarpa e cappello, che gela le mani e la punta del naso. Per fortuna per riscaldarsi non mancavano i pentoloni di vin chaud speziato, fatto con il vino bianco, e librerie e negozietti dove rifugiarsi per qualche attimo e dove avrei comprato praticamente tutto: dischi, stoffe, ceramiche…amo lo stile francese, romantico e un po’ retrò, e in particolare in Alsazia si fonde con il gusto nordico d’oltreconfine.

Il mio francese arrugginito da scuola media è stato di nuovo messo alla prova: mi fa tenerezza, ma mi rende così felice l’aver continuato a coltivarlo quel tanto che basta per scambiare quattro chiacchiere con la proprietaria del bed and breakfast o augurare una buona giornata a chi mi porge il sacchetto della spesa e mi ripaga con un sorriso amichevole.Mi ha affascinato l’idea che lì, guidando per poco tempo si possano oltrepassare la linee immaginarie che separano tre paesi, e cambiare lingua, cultura, tutto: francesi di qua, tedeschi di là, e svizzeri qualche chilometro oltre. E come sempre, lontana dalla baraonda italiana a stupirsi per tutto quello che lì funziona, con gli occhi un po’ ingannati dal Natale e dagli scorci da cartolina mi entra in testa la solita domanda :” Sarebbe più facile vivere qui?”

 Continua…

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