Storia di un gatto nero

 

black_cat_print-p228003917764979096t5wm_400 Ci siamo spiati per tutta l’estate, io e il Gatto Nero. Ha sentito l’odore dei miei passi nell’aria, incuriosito dal fruscio delle pagine del libro si è avvicinato per poi schizzar via quando ho incrociato i suoi occhi. Lui, nato in un cespuglio di rovi, che avrebbe fatto quaggiù in città, insieme a uno strano batuffolo grigio coi baffi e le orecchie? Come lui ma tanto diverso,con occhi da gufo e coda da volpe. una strana chimera da cui stare alla larga, il mio Micio Rotondo che lo scrutava da dietro la porta. Anche questi bipedi che ogni tanto  lasciano da mangiare avanzi prelibati sono sospetti: meglio non fidarsi troppo, non lasciarsi avvicinare da quelle strane zampe senza artigli.

Una stella bianca sul petto; nero velluto e guizzi ruggine sulla schiena ai raggi del sole…chissà da dove arriva. è un vagabondo notturno, cresciuto fra l’erba altra insieme alle lucertole. Gli occhi gialli e vigili della madre lo seguono, lo proteggono dai rombi di quei misteriosi mostri di ferro. Lei non ha mai avvicinato un umano, sempre nascosta, guardinga, sopravvissuta da sola a tanti inverni.

Ci osserviamo ancora dal muretto,io in alto e lui in basso: fisso i suoi grandi occhi verdi e ho paura che possa indovinare i miei pensieri…non ha solo cinque sensi, ne sono certa.

Calpesto una foglia che scricchiola, e tu scappi, di corsa dietro il lauro. E il nostro incantesimo è rotto.

Quanto vorrei accarezzare quel nero lucido, sedermi con te al sole…ma forse è meglio così: continueremo a guardarci, e tu non sarai di nessuno.

Ma libero.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Rispondi a Ele Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>