Storia di un gatto nero
Una stella bianca sul petto; nero velluto e guizzi ruggine sulla schiena ai raggi del sole…chissà da dove arriva. è un vagabondo notturno, cresciuto fra l’erba altra insieme alle lucertole. Gli occhi gialli e vigili della madre lo seguono, lo proteggono dai rombi di quei misteriosi mostri di ferro. Lei non ha mai avvicinato un umano, sempre nascosta, guardinga, sopravvissuta da sola a tanti inverni.
Ci osserviamo ancora dal muretto,io in alto e lui in basso: fisso i suoi grandi occhi verdi e ho paura che possa indovinare i miei pensieri…non ha solo cinque sensi, ne sono certa.
Calpesto una foglia che scricchiola, e tu scappi, di corsa dietro il lauro. E il nostro incantesimo è rotto.
Quanto vorrei accarezzare quel nero lucido, sedermi con te al sole…ma forse è meglio così: continueremo a guardarci, e tu non sarai di nessuno.
Ma libero.