Vertigo

 

Primi assaggi dell’estate: Golfo di Le Grazie e Porto Venere

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Colazione a bordo!

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Avete mai provato la strana sensazione si avverte quando ci si ritrova senza uno scopo? Prende lo stomaco e fa girare la testa, è una specie di vertigine.

In giardino circondata di cicale che fanno subito pomeriggio estivo torrido e pigro, coi Gatti Neri che si nascondono in cerca di fresco come Pantere nella giungla…Ci osserviamo di nascosto, fingiamo d’ignorarci, pronti alla fuga quando uno sconfina nello spazio vitale dell’altro. è questo il nostro patto di convivenza, in aggiunta ad una dose giornaliera di croccantini (questi per loro , ovviamente).

Ho vicino il mio libro di gialli, mi godo un po’ di venticello. L’Orso a lavoro, i mei a fare la pennica, gli amici in biblioteca o al mare, quelli fortunati. Ed ecco.

che faccio,ora, io?

Sentirsi la testa vuota quando fino a ieri era zeppa di nozioni è un po’ come cancellare l’hard disk di un computer, è quasi da panico. Devo riabituarmi a quest’ozio dopo settimane in cui sommersa di fogli e pennarelli fluorescenti ho intrattenuto un uditorio invisibile, terrorizzando i vicini che secondo me si toccavano non si può dire dove a forza di sentirmi parlare “di malacci”. La tensione mi abbandona e mi lascia a domandarmi instupidita come impiegare le mie prime ore di quasi libertà, incapace di agire. Tipico del pomeriggio post esame, insieme al mal di testa, mal di stomaco,mal di tutti i muscoli che se ne stavano tirati tutti insieme e ora possono rilassarsi.

è un po’ come sopravvivere ad una sbronza o a una scarica di botte.

Anche questo è andato. Probabilmente ho faticato oltre il necessario e mi sono guadagnata una bella ulcera, ma adesso, a posteriori, sono davvero felice. Un altro insegnamento che mi piove fra le mani: non tutto si può accettare, non sempre.

Per esempio farsi distruggere dal primo cattivone con le manie di potere che in pochi minuti manda in fumo settimane di duro lavoro, perché gli va così.

Io non ci sto.

Fare l’università è come giocare alla roulette: è un gioco di nervi, una corsa in cui spesso quello che fa la differenza è solo il fattore C. All’idea di riprendere in mano i libri è forte la tentazione di tornare a casa con la coda fra le gambe e accettare l’ingiustizia,accontentarsi, tanto di esami davanti ce ne sono ancora, è stata solo sfiga… ma dentro di me c’è una voce che dice no, con forza.

Pretendi di più, te lo meriti mi dice. Fermati un attimo, ricaricati e poi rimettiti in gioco. Non può andare tutto male!

A volte bisogna spingersi un po’ più in là dei propri limiti, avere la testa dura anche se c’è il rischio di rompersela: qualche volta si può trasformare una sconfitta in una vittoria!

Detto ciò, accendo il forno: domattina i miei compagni di studio avranno degli ottimi muffins ai mirtilli per colazione!

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 Buona Estate!

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