Viaggio intorno all’Uomo


Questo post lo scrivo a caldo, dopo la visita ad una mostra splendida che mi ha lasciata senza parole.

Dico sempre che nei musei ci entro in punta di piedi, e a volte mi sento un po’ limitata, ignorante. D’altronde non mi piace chi s’improvvisa tuttologo e spara giudizi improvvisati su questa e quell’altra opera: ci sono gli esperti, poi ci sono quelli che bruciano di passione per l’arte. Io, che non mi colloco in nessuna di queste due categorie, mi limito ad osservare, e di solito lascio che siano loro ad esprimersi: non mi sento a mio agio a parlare di quello che non conosco a fondo.Un po’ come coi film, la musica, i libri…per me comanda l’emozione, sempre, è da lei che mi lascio guidare, e magari finisce che m’innamoro di pellicole e romanzi che gli appassionati giudicano con sufficienza.

Quindi non parlerò di fotografie, ma delle mie emozioni.

Non vi dirò che conoscevo Steve Mc Curry e i suoi scatti, ma al contrario ho sentito il suo nome per la prima volta qualche settimana fa quando un’amica in treno mi raccontò della mattinata trascorsa a vedere le sue foto a Siena, a Santa Maria della Scala :“Vacci, è una mostra incredibile! Conosci la foto della Ragazza Afgana?”

Io e l’Orso siamo usciti dalle sale del palazzo così entusiasti come ci è capitato di rado, incantati dal miracolo che può realizzare un uomo dietro una macchina fotografica: aspettare il momento adatto per rendere eterno un attimo perfetto, catturare quel che si trova infondo agli occhi delle persone. In quelli di questa ragazza leggo un grido d’aiuto, muto, e voglia di vivere.

Non voglio anticipare troppo, ma la sensazione è quella di aver fatto un viaggio intorno al mondo in tre ore, anche se in realtà è un viaggio intorno all’uomo. Incanto e stupore ma anche dolore e sgomento davanti ai duecentotrenta scatti della mostra: i primi grandi e su sfondo nero, come a voler introdurre in  un mondo di colori nuovi e di volti bellissimi di persone dall’India, Tibet, Pakistan, i cui occhi attirano come magneti e lasciano mille domande dentro.

Altre foto più piccole immortalano la meraviglia, opere enormi dell’ uomo e della natura, il TajMahal Angkor, e ci si avvicina per guardarli meglio come a volerci saltare dentro.

Partite anche voi per questo viaggio incredibile!

La mostra è aperta fino al 6 gennaio, ed è anche una splendida occasione per visitare Siena. Noi c’eravamo stati già, ma Piazza del Campo lascia sempre a bocca aperta.

Foto dell’Orso, di qualche anno fa

Visitate anche il Duomo.
Se poi tornate verso nord come noi fermatevi al Bar dell’Orso per pranzo, alle porte di Monteriggioni. Astenersi le signorine raffinate: tirate fuori per una volta il camionista che è in voi, i pici all’ aglione vanno assaggiati!

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