Ricordi e scatti di Barcellona
Sotto la pergola c’è già odore di uva troppo matura, di vendemmia. Sto bevendo un rooibos arancione come m’immagino i tramonti africani. Quasi non ci credo che due cince stanno frullando qua intorno e si posano sui rami incuranti di me che sto seduta a scrivere. Fanno un cinguettio allegro, si dondolano sulle piante inclinando la testolina nera. E il cielo è pieno di rondini in questa luce strana, affascinante e malinconica insieme:già tempo di partenze, per loro?
Ancora un paio di esami, poi i borsoni per la città, e poi e parto anch’io, prima di iniziare il quarto anno, durissimo,a quanto sembra, però sono curiosa e ho voglia di mettermi alla prova.
Destinazione del viaggio: Andalusia in macchina, un anello fra Malaga, Granada, Cordoba, Siviglia e Cadice, e poi di nuovo Malaga per tornare a casa. Sfruttiamo ancora la formula “vincente”: Ryanair e hostales a conduzione familiare per una vacanza economica e non in altissima stagione ma senza farci mancare niente. Pare che settembre sia un buon momento per visitare quella zona che si affaccia sul Marocco e quindi è caldissima in estate…non vedo l’ora!
Il primo assaggio di Spagna l’ho avuto a Barcellona l’anno scorso. Purtroppo abbiamo avuto la pessima idea di partire all’ultimo secondo sotto ferragosto, con la conseguenza che la rambla pullulava non di barcellonesi, ma d’italiani, spesso chiassosi e cafoni, mi spiace dirlo, e questo portava via molto al fascino speciale che immaginavo di trovare là. Nonostante questo è una città che mi ha presa per la gola con le sue goduriosissime tapas e inebriata di sangria, incuriosita con i suoi mercati e venditori di ogni cosa ma stregata davvero con la sua arte.
La Rambla |
La Boqueria
L’Orso, ipercritico, dice che se a Barcellona ci togli Gaudì l’hai già ridotta a una città come le altre. Non sono d’accordo, per niente,o almeno lo trovo un giudizio superficiale visto che ci abbiamo passato solo quattro giorni, ma forse è vero che è un po’ inflazionata soprattutto dai nostri coetanei che la celebrano un po’ troppo per la movida notturna, unico aspetto che non mi è venuta neanche la curiosità d’indagare vista la mia fama di odiatrice di discoteche. E poi, dopo un’intera giornata a camminare sotto il sole andare a ballare era l’ultimo pensiero, piuttosto c’era da ricaricare le pile per l’indomani!
Tornando a Gaudì: non m’intendo per niente d’arte né di architettura, diciamo che però mi faccio emozionare molto da quello che riesce a entrare nelle mie corde, e passeggiare per le stanze della casa Batlò, sul tetto delle Pedrera o nelle sale della Sagrada Familia è stata un’esperienza quasi mistica.
Casa Batlò
Solo un pazzo o un genio ideerebbe una casa che potrebbe essere opera del re del mare: il tetto come la schiena di un drago marino, ogni maniglia o scalino sembra modellato dalle correnti e il cortile interno risplende di azulejos di bellissime gradazioni di celeste. Alla Pedrera, i comignoli sul tetto come soldati schierati in armatura e sbuffi di mosaico che sembrano nuvole.
La Pedrera |
E dimenticavo il Parc Guell: una terrazza coloratissima fatta con cocci di mattonelle spaccate, muretti che sembrano castelli si sabbia, proprio come quelli che fanno i bambini in spiaggia con la sabbia stretta in un pugno. All’entrata, due strane casette che potrebbero essere abitate dagli gnomi del bosco o dalla strega di Hansel e Gretel, con una salamandra colorata che fa loro la guardia.
Parc Guell
Temple Expiatori de la Sagrada Familia
Per la Sagrada Familia dovrei scrivere migliaia di parole: posso solo dire che per la prima volta mi è sono emozionata così tanto entrando in un edificio religioso (nel senso ortodosso del termine). Per Gaudì è una magnifica celebrazione della divinità, ma insieme celebra la Natura e le meraviglie della sua varietà, i suoi frutti.Una foresta di colonne che si alza al cielo, come alberi, con nodi e rami; vetrate che diffondono colori vivi, violenti, sul pavimento della chiesa; raffigurazioni di decine di specie di piante e animali della Catalogna; a proteggere l’entrata due tartarughe, una marina e una terrestre, per raffigurare la terra e il mare; e in cima ai pinnacoli,sfere colorate che sono i frutti di tutte le stagioni.
Ogni dettaglio studiato con cura e passione quasi maniacale, niente lasciato al caso ma pieno d’emozione, per realizzare un’opera senza precedenti non ancora terminata. Incredibile.
Vi racconterò cos’altro riuscirà a trasmettermi questo nuovo gironzolare!