Troubled water

Strano andare a vedere delle case. Ho sempre immaginato questo momento come la più grande conquista in un fumoso e imprecisato momento, quando sarò grande; la scelta del luogo da chiamare casa non si fa su due piedi e di solito è frutto di lunghe ricerche, finché varchi una porta e si smuove qualcosa che sobbalza in gola. Un po’ come trafitta da una freccia di Cupido, ti senti le farfalle nello  stomaco e una gran pace dentro: “sono arrivata, è questa”, pensi. O almeno, è così che me lo sono immaginato.

Una casa c’è, ma non è quella casa lì, non ancora. Sotto le nuvole di una città che non conosciamo, l’Orso, io e l’agente immobiliare andiamo per appartamenti (fa senso solo a dirlo). Uno di questi sarà la base dell’Orso cinque giorni su sette: andrà a giocare con le macchinine in Pianura, con la nebbia, là dove piovono maiali; io resto a casa a cercare di finire l’università. Lui è teso, accidenti quanto è teso…credo che abbia dovuto crescere di un paio d’anni in un paio d’ore,oggi. E anch’io, mentre “come vedete siamo in pieno centro…qui c’è la possibilità di mettere un divano letto”,non ascolto e mi faccio un migliaio di domande come in ogni minuto di silenzio, da un po’ di giorni a questa parte.

Due anni non è per sempre. Due anni in cui non ci sarebbe molto tempo per stare a casa, neanche per te…Quante volte hai pensato che la qualità è meglio della quantità? Vedrai che non te ne accorgerai nemmeno, e il venerdì arriva in fretta e allora sarà tutto come prima.

Fin ora l’ho presa bene, meglio di chiunque altro: non so perché, ma tutte le persone a cui ho raccontato di questa nostra piccola rivoluzione mi hanno fissata come se avessi annunciato di soffrire di un male incurabile…ero quasi io a dover consolare loro! Ho voluto prendere solo i lati positivi dello stare lontani: la curiosità di posti nuovi da rendere familiari, la possibilità di un posto che è come se fosse una casa nostra, e l’Orso che mi dice “non farò mai più un lavoro che mi piaccia così tanto”. Sarà un anno ricco di cambiamenti, una gran prova da superare ma da cui uscire ancora più uniti, è così che voglio vederla. Un’occasione per sentire che stare insieme è ancora più straordinario anche se dopo anni a cinque minuti l’uno dall’altra è diventato quotidiano, e le pantofole e il pigiama sono quasi la divisa ufficiale. Impareremo a prenderci meno per scontati, a sentire quanto è speciale l’esserci trovati.

Oggi però è diverso, ora che tutto diventa reale. Da un lato striscia e s’insinua la paura che cambi tutto, dall’altro si oppone la ferrea certezza che non saranno poche ore di treno a far confusione,come mi ha detto un’amica.

Sì, di questo voglio sentirmi sicura.

E adesso non è proprio il momento di fare l’egoista, per una volta non sono io quella che ha bisogno di essere sorretta.

Like a bridge over troubled water I will lay me down.

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