Di lettura e di libri liberati

 

Pur in piena crisi, da qualche tempo la mia città in cui decine di negozi hanno chiuso è diventata piena zeppa d librerie: sarà che siamo tutti un po’ finti eruditi e un po’intellettual chic di questi tempi, con gli occhialoni spessi che sono diventati addirittura un accessorio glamour anziché un orpello da nerd? Ebbene, addirittura contro ogni logica commerciale abbiamo le due librerie più grandi praticamente una di rimpetto all’altra nella stessa via del centro! Non solo, abbiamo una bellissima biblioteca pubblica, davvero un orgoglio per noi, soprattutto per chi come me ci passa le ore a studiare: bella, grande, luminosa, offre in prestito libri di qualunque genere, dalle guide turistiche ai trattati d’anatomia,ed è sempre aggiornata sulle ultime novità.

Nonostante il mio passato da classicista (c’è stato perfino un periodo in cui avrei voluto studiare lettere… ommioddio!!!) rido un sacco delle mie coetanee letterate e non che pur di sfoderare cultura d’un tratto si adeguano allo stereotipo di tuttologa d’avanguardia che va tanto di moda oggi: a parte chi è genuinamente appassionato a queste cose, ci sono persone che, purché arte sia, di colpo frequentano presentazioni e letture di poeti contemporanei sconosciuti (dai, ora puoi sbadigliare, non ti vede nessuno..) piangono d’emozione per i grandi romanzi classici (ma non avevi detto che Dovstoevskij era una mattonata sulle pa**e??), esplorano palmo palmo ogni museo di ogni capitale europea che visitano (ma tu non eri quella che andava a Londra solo per lo shopping??) e soprattutto, reggetevi, diventano di colpo amanti dell’opera lirica (ma a te Puccini non ti faceva ca**re??)…quando magari non glie ne fregava nulla fino a poco tempo prima! Rido, e tanto, perché non capisco come una persona possa essere una di queste cose e automaticamente debba essere anche tutte le altre.

Io amo leggere da quando ho memoria: ho sempre avuto con me zainetto, poi cartella,poi borsa,poi borsetta con dentro prima fumetti, poi libri da teenager, poi romanzi fantasy, poi romanzi veri o classici. Ho sempre letto molto, la sera prima di dormire soprattutto,ed è stato per me passatempo, via di fuga, catalogo di emozioni. Ha dell’incredibile che in un libro ci sia una storia che può diventare tua: sei lì, sulla tua poltrona col tè nell’altra mano e contemporaneamente sei in un angolino in un appartamento a New York City, in un castello dove s’insegnano magia e stregoneria, in un paesino della Francia nella bottega di una cioccolataia. Entri ed esci come vuoi, quando vuoi, basta sfogliare le pagine. Quindi amo le librerie, le biblioteche, le bancarelle dell’usato, specialmente se nel libro che prendo c’è una traccia del suo vecchio proprietario: una macchia di caffé, o uno scarabocchio a penna, uno scontrino abbandonato.

Ma mi confesso, ho deciso:a differenza di chi mangia pane e cultura, sono una lettrice un po’ fasulla. Quando leggo un libro non cerco l’arte, non troppo e non subito, ma cerco emozione e basta. La lettura mi deve coinvolgere, mi deve rapire e impedirmi di pensare a qualsiasi altra cosa se non che voglio leggere altre pagine per vedere cosa succede. Non m’interessa se l’autore è un pluripremiato dalla critica o se è un mostro sacro della letteratura: se non mi trasmette niente è una delusione comunque. Ecco che i miei scaffali sono pieni di bestseller dal valore letterario forse discutibile ma che accarezzo scorrendo i titoli col dito come se fossero delle persone. Lì dentro ho lasciato volti che ormai mi sono familiari e luoghi dove è come se fossi stata anch’io. Anche il modo con cui scelgo i libri non è affatto da esperta ma mi lascio guidare dall’intuito, pur con un mio piccolo rituale: per prima cosa, io guardo la copertina. Non potrei mai acquistare un libro con la copertina brutta, mi deve colpire per prima cosa quella, oltre al titolo (e se il libro è tradotto mi piace guardare il titolo originale…quelli in italiano spesso sono una banalizzazione). Come secondo passo, mi piace prendere i libri in mano, soppesarli, sentire la carta liscia e tamburellarci sopra con le dita. Poi dare uno sguardo alla trama, leggere la prima frase, l’ultima, e magari una pagina aperta a caso…ecco, se procede senza intoppi, il libro è mio, lo porto a casa, e dopo averlo letto ci scrivo dentro il mio nome e la data. E se mi piace davvero dura poco, pochissimo, massimo una settimana.

Invece quando non mi piace quello che leggo patisco un sacco: odio lasciare i libri a metà, quindi salvo casi in cui è una vera tortura andare avanti cerco di dare una chance fin da ultimo. Capita che ci si ritrovino in casa libri un po’ così, né belli né brutti e che per noi non significano poi tanto, quindi non ci secca separarcene perché prendono posto e polvere; ma ogni libro è un tesoro prezioso, chissà che non racchiuda emozioni che non siamo stati capaci di scovare ma che potrebbero toccare qualcun altro. E poi non oso immaginare il buttare un libro, fosse anche nella carta da riciclare…è una specie di sacrilegio!

Una possibilità è rivendere i nostri libri, oppure donarli ad una biblioteca, o scambiarli. Ho poi scoperto una bellissima iniziativa che si chiama BookCrossing.
Come funziona? Lo scopo è liberare un proprio libro in un posto qualunque perché qualcun altro lo prenda con sé e una volta letto lo liberi a sua volta. E se vuoi sapere che fine ha fatto, il tutto è reso tracciabile grazie a un particolare codice che si scrive all’interno o sopra, e se il gioco funziona permette di seguire il viaggio del libro in Italia e chissà, magari anche fuori. Ovviamente è bene far capire a chi trova il libro in giro che può prenderlo e che non deve finire nell’immondizia o in un ufficio oggetti smarriti, quindi si mette un’etichetta speciale sulla copertina per renderlo visibile e magari all’interno si possono scrivere alcune informazioni spiegando cos’è il BookCrossing così che il nuovo proprietario stia al gioco. Per esempio :“Sono un libro liberato, non un libro abbandonato. Leggimi e rimettimi in libertà!”. Per tutti i dettagli, date un’ occhiata qui…sono entusiasta di questa scoperta!!

Esiste anche una lista “ufficiale” delle zone di scambio che ospitano uno scaffale dove è possibile prendere libri liberati e lasciarne di propri, come bar,negozi,centri culturali. In Inghilterra perfino le cabine rosse sono state convertite in librerie! In questo modo siamo abbastanza sicuri che il libro non vada perso e che chi lo prende sappia come funziona il gioco…ma niente vieta di liberarlo sul treno, magari non nell’ora di punta(“signorina, ha dimenticato il suo libro!”), o su una panchina, o in aeroporto…meglio in un luogo trafficato.
Certo, un pensiero carino sarebbe liberare un libro che è piaciuto, non è gran che donare un libro che ti ha fatto schifo…ecco che il primo che ho deciso di liberare è questo.

Ok, Fabio Volo non è il massimo come prosa, ma ha creato proprio una bella storia d’amore che una romantica nata come me non poteva non adorare.

e poi, New York, non dico altro. L’Orso l’ha passato a me e ora io voglio passarlo a qualcun altro che lo ami come ho fatto io, quindi mi metterò al più presto all’opera per preparare il mio libro ad andarsene solo nel grande mondo, spero fra le mani di un altro lettore! : )

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>