Facciamo un dolce con le mie nonne

Ultimamente ho passato qualche giorno dall’Orso che ha iniziato il suo lavoro. Poco tempo per esplorare, si è abbattuta su di me la maledizione dei reumatologi e quindi ho aspettato l’Orso al tavolo di cucina a scrivere, scrivere…e quando finalmente siamo usciti per fare due passi abbiamo beccato proprio il pomeriggio coi negozi chiusi e il centro deserto. Quindi, per ora nessuna impressione particolare su questo posto che spero comincerò a conoscere.

Una piacevole scoperta proprio vicinissimo a casa dell’Orso è stato il distributore del latte crudo alla spina! Non che io sia una grande amante del latte: sono una teofila e per colazione mi godo più spesso una tazza di earl grey, e soprattutto (da onnivora, ma consapevole) mi rendo conto che il latte vaccino non è l’alimento ideale per gli esseri umani. Non mi convince l’idea di bere un latte industriale che prima di finire nel tetrapack è venuto da una mucca che sicuramente non avrà mangiato l’erba in un prato come avveniva quando gli animali venivano allevati secondo natura, in modo sostenibile (vi ho mai detto che nel salotto della casa in campagna c’era una stalla, prima?), quindi evito di consumarlo spesso. Per chi beve latte abitualmente, invece, una soluzione alternativa e più “ragionata” è il latte alla spina, e qualche volta lo prendo anch’io per quelle mattine in cui ci vuole proprio un caffelatte per svegliarsi, oppure per fare lo yogurt in casa: è un latte a chilometro zero che non proviene dagli allevamenti intensivi, munto la mattina stessa, spesso biologico e ben controllato, senza imballaggi da riciclare ma riutilizzabili all’infinito. E se vogliamo sapere esattamente da dove viene basta consultare questo sito grazie al quale ho scoperto che c’è un distributore anche nella mia città!

Quindi dal mio forno è uscito un dolce di quelli tosti, da veri coraggiosi. Zucchero di canna equosolidale, latte buono del distributore e uova delle galline della nonna: altro che provenienti da galline allevate all’aperto, direi che queste sono uova provenienti da galline felici. Un’ombra di vaniglia e limone e il gioco è fatto. Le galline che hanno fornito le uova vivono nel pollaio della mia nonna di campagna: lei è piccina e curiosa,cerca funghi, fa l’orto, e per il compleanno io e l’Orso le abbiamo regalato…il gallo Pedro.

Ma non ho una sola nonna, sono fortunatissima ad averne due, diversissime fra loro. Edera ha una teoria tutta sua sulle nonne che alle mie due si applica perfettamente, fatevela raccontare!! L’altra nonna è cittadina, vive in toscana da una vita ma non ha perso l’accento lombardo…ed è indistruttibile. Lei ha fornito la ricetta di questo dolce che è il suo cavallo di battaglia: ogni volta dice che non è riuscito abbastanza bene ma ovviamente non è mai vero.

Latte alla portoghese

…che poi sarebbe il creme caramel, ma la mia nonna non l’ha mai chiamato così, anzi, lei dice “ho fatto il bodino”.

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        Nonna: “

mi raccomando, non deve bollire o viene tutto bucherellato

      …il mio ha ovviamente bollito, ma non diciamoglielo…

Ingredienti

  • latte intero , 1 litro
  • 6 uova intere
  • zucchero di canna, 12 cucchiai
  • scorza di limone
  • una bacca di vaniglia
  • acqua e zucchero per il caramello
  1. Portare a ebollizione il latte con la vaniglia e la scorza di limone.
  2. Sbattere insieme le uova e lo zucchero con le fruste.
  3. Con acqua e zucchero, preparare il caramello; una volta pronto caramellare uno stampo a ciambella.
  4. Una volta tiepido, unire il latte al composto di uova e zucchero, dopo aver tolto la vaniglia.
  5. Versare il tutto nello stampo.
  6. Cuocere in forno a bagnomaria (mettendo lo stampo dentro una teglia a bordi alti piena d’acqua fredda) per un’oretta a 15O°
  7. Se l’acqua del bagno dovesse scaldarsi troppo e bollire, aggiungerne un po’ fredda durante la cottura.
  8. Per capire se è cotto, inserire uno stecchino. Deve uscire asciutto e il dolce dev’essere piuttosto compatto.
  9. Far riposare in frigo per alcune ore,poi sformare

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