Goccia a goccia…
Ieri è stata una bella giornata: pioggia, in casa a studiare e ho anche avuto una discussione,ma non è questo il punto.
Sono davvero felice di un gesto semplice che non ha niente di eroico ma che incredibilmente può salvare una vita e quindi sì, mi rende davvero orgogliosa.Ieri mattina di buon ora sono andata all’Avis col Collega per la mia prima donazione di sangue.
Babbo:” Tutto bene? Dove sei?” L.:” Tutto ok, sono qui che aspetto il vampiro!” : )
Un po’ di crocette su un modulo, qualche domanda del medico e una visita breve, 13 d’emoglobina, una poltrona comoda, un pizzico, 7-8 minuti, quattro chiacchiere con l’infermiera, 450 cm cubi di sangue, uno spuntino e a casa.
è un gesto che non costa fatica né dolore e che se in salute possono fare tutti, in tutta sicurezza per chi dona e per chi riceve. è così banale e allo stesso tempo importante, e mi sono stupita di aver rimandato per molti mesi con un “ci andrò”…
Non è la prima volta che faccio volontariato, ma da molto tempo non provavo la gioia assurda e euforizzante che trasmette fare qualcosa per gli altri spontaneamente e senza aspettarsi niente in cambio. Una persona che non conosco neanche potrebbe aver bisogno di quel che gli ho donato, e sarà lì,pronto per lui; e nessuno mi dirà grazie, ma non è per questo che si fanno certe cose. Questo gesto l’ho sentito tanto di più dei tanti sms di solidarietà che s’inviano e che non si sa poi che fine fanno, delle donazioni alle associazioni e delle petizioni firmate, della maglietta venduta per Emergency che diventerà mattoni per un nuovo ospedale ma che non vedrò. Niente intermediari, ma io che agisco in prima persona: è quasi da dipendenza, e non mi ricordavo si stesse così bene, dopo.
In questo momento mi sento profondamente sfiduciata nei confronti delle buone intenzioni del prossimo e mi sembra impossibile pensare che ci sia anche chi non bada solo a tirar acqua al proprio mulino; sono preoccupata per il futuro, non faccio che farmi domande su come andrà la mia impresa, se alla fine varrà la pena…diciamo che non sono molto sorridente, ultimamente. Andare all’Avis e trovare tante persone in fila per dare il proprio contributo per rendere migliore,in qualche modo, il nostro tempo qui mi ha infuso un po’ di nuova speranza, è stato come sentire che non tutto è da buttare, non tutto è perduto.
Fare la differenza, nel proprio piccolo, mi rende un po’ più serena. Goccia dopo goccia le cose cambiano, ci voglio credere