Rituali quotidiani
Amo il tè: il piccolo rituale che c’è dietro il prepararsene una tazza porta un pizzico di eleganza nella nostra giornata. Amo scegliere la tazza adatta mentre il bollitore è già sul fornello, versare l’acqua sulle foglie, e una volta che l’infuso è pronto aspettare che sia tiepido al punto giusto, e gustarlo lentamente.
Che sia un tè in bustina del supermercato o un tè giapponese pregiatissimo per cui misuri la temperatura dell’acqua e il tempo d’infusione, mi piace che sia come il pane, un po’ un comune denominatore di tante culture diverse.
Antiche camelie della Lucchesia, S.Andrea e Pieve di Compito (LU): la cerimonia del tè giapponese
Mi piace l’English breakfast, a colazione, nero e forte, con una nuvola di latte; mi piace il genmaicha, così delicato che per sentirne l’aroma tostato ci si deve concentrare; mi piace il tè marocchino alla menta, fatto con il gunpowder cinese e molto, molto zucchero; mi piacciono i tè golosi, quelli con nomi da favola che profumano di torta, cioccolato, frutta, e quelli fioriti, che sanno di gelsomino.
Nella mia città fino a qualche anno fa c’era un negozietto di erbe e tè, di quella che poi è diventata la mia “maestra di sapone” e una cara amica: era una tappa obbligata durante i miei giretti in centro, e oggi mi manca molto fare una sosta da lei che con cura pesava sulla bilancia la miscela di foglie di tè e fiori che sceglievo, custodita in un grosso barattolo di metallo, e che poi mi portavo a casa in un sacchettino colorato. Ogni tè aveva un profumo delizioso: vaniglia e zenzero, frutti rossi, uvetta e pinoli con coriandolo, mela e cannella, mandorle, agrumi.
Durante il mio ultimo shopping a Firenze mi sono imbattuta in un bellissimo alimentari etnico dove ho fatto rifornimento di ingredienti segreti per preparare piatti orientali e indiani, e ho trovato anche il famosissimo tè matcha!
Con questa preziosa polverina verde si prepara un tè buonissimo, dal profumo e dal sapore particolare. Ai palati meno abituati può sembrare “acqua calda” (come i tè verdi in generale, del resto, per chi non li consuma abitualmente), ma assaporandolo attentamente il matcha è erbaceo e delicato, vegetale: sa proprio di verde. Va bevuto in pochi sorsi appena fatto, assolutamente senza zucchero.
Tè Matcha
- la punta di un cucchiano di té matcha giapponese
- acqua calda a 60-65°
- una tazza larga e bassa
- chasen, il frullino di bambù con cui si mescola il tè
- Scaldare l’acqua fino alla giusta temperatura.
- Mettere la polvere di tè nella tazza e dare una mescolata col frullino per togliere eventuali grumi.
- Versare acqua fino a riempire la tazza per metà e cominciare a mescolare con il frullino, agitando l’acqua come per formare delle “s”. In superficie si formerà una schiumetta.
- Aggiungere altra acqua e mescolare ancora.
- Il tè e pronto ed è già della giusta temperatura per essere bevuto.
E poi, della serie “Ikea colpisce ancora“…
Per una pausa meno zen e più dolce si può usare il matcha per preparare questa golosità: un “latte”, inteso come uno di quei beveroni da caffetteria americana a base di latte e caffè o tè, particolarissimo, di cui mi sono innamorata a Montreal…lo bevevo tutte le mattine.
Adesso lo preparo anche in Soffitta con la Upphetta, la mia adorata french press.
Matcha Latte
- una tazza di tè matcha (preparata come sopra)
- una tazza di latte tiepido, vaccino o vegetale
- un cucchiaino di zucchero
- un mug alto o una grossa tazza
- Versare il matcha già pronto nella tazza grande con un cucchiaino di zucchero.
- Scaldare il latte e montarlo così da renderlo schiumoso. Io ho usato la solita UPPHETTA dell’Ikea.
- Versare il latte nel matcha e completare con la schiuma e una spolverata di matcha in polvere sulla superficie.