Yule

Sono contenta.Ieri mi è arrivata una e mail dall’Olanda, di una mia cara amica che spero di andare a trovare una volta finita la fase critica (esami)…ma  è un periodino,questo, nel senso che mi sento il tempo fuggire sotto i piedi e i miei obiettivi per il prossimo futuro non sono molto chiari, proprio ora che si chiude un giro di ruota.

Oggi è il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno, il giorno in cui nella tradizione pagana celtica e germanica si celebrava Yule, una bellissima festa su cui ha messo le radici il nostro Natale. è la festa della nascita del Sole, quando per la natura inizia l’attesa della rinascita, la primavera, proprio nel giorno più buio dell’anno.Ne ho sentito parlare per la prima volta solo l’anno scorso, ma mi sono sentita incredibilmente vicina a questa dimensione, io che ho sempre sostenuto di trovare più spiritualità in un bosco che in una chiesa. Mi piace pensare all’epoca in cui tutto era scandito dai ritmi della natura, e quando nella natura stessa l’uomo trovava tutte le risposte,quando forse era più facile avere fede e inevitabilmente non si poteva che adorare quella grande Madre che abbraccia tutto e che dà i suoi frutti con generosità, la Terra. Oggi l’uomo è riuscito a far impazzire quei ritmi, la Terra viene sfruttata, offesa, violata, ma credere in quello che mi è stato insegnato da piccola non mi riesce più ormai da diversi anni.

In ogni caso, questa festa ha per me un bellissimo significato: diciamo che ci sono affezionata, e credo che sia molto attuale. Sia che crediamo in Dio, nella Madre Terra o in niente, può essere uno spunto di riflessione anche per la nostra vita di tutti i giorni, se pensiamo che a volte è necessario che il nuovo sostituisca il vecchio, e che la luce ritorna, anche dopo l’ombra, e dopo si riesce a vedere tutto con molta più lucidità.

Yule per me è stato il momento per un bilancio e per un impegno con me stessa,per una sorta di rinascita, in un certo senso. L’anno scorso è finito un po’ nel caos: avevo un terribile bisogno d’aria, di chiarezza e di pulizia, di ordine. Poche cose, ma certe, per essere felice, e tagliare un po’ di rami secchi, soffiare via quello che non serve, che ingombra, che soffoca, in senso materiale ma non solo. Proprio in questi giorni dell’anno passato sulla mia agenda avevo fatto una lista, una specie di “buoni propositi per l’anno nuovo”,e l’ho ritrovata poco tempo fa. Una serie di obiettivi, spunti per stare bene, per migliorare per me e per chi mi sta attorno. Ho sorriso, quando, ritrovandola, mi sono accorta che la maggior parte di quegli impegni li avevo portati a termine, e mi sono scoperta più serena, più soddisfatta e più leggera. Arricchita, in qualche modo, anche se sono tante le cose che ho messo via negli ultimi mesi.

Quindi adesso che si chiude un altro ciclo mi guardo alle spalle: com’è stato l’anno passato, cosa mi ha portato? Ho imparato molto,non solo sui libri, ho viaggiato molto, ho riflettuto, ho conosciuto persone che hanno portato qualcosa di buono nella mia vita e per cui spero di aver fatto lo stesso.è stato un anno in cui sono molto cambiata, sicuramente cresciuta, e ho capito molte cose di me che fin ora ignoravo. Ho tante energie nuove.

E poi è il momento di guardare avanti: cosa mi aspetto dall’anno che inizia,come continua l’evoluzione? Non riesco a rispondere con decisione adesso…o meglio, dentro di me so bene cosa voglio, spero solo di riuscire a realizzarlo,un passo alla volta.

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